Che sia sostantivo o participio passato poco conta, quel che conta è che tra mille aspettative finalmente è stata annunciata la nuova giunta di Ivrea e le relative deleghe.
Per fare fino in fondo gli amministratori seri occorrerebbe sospendere il giudizio ed aspettare i fatti, ma sono in fondo consapevole che il mio lato faceto non può essere imbrigliato troppo a lungo e quindi non posso risparmiare ai miei annoiati lettori qualche leggerezza.
Non potendo andare alla conferenza stampa di presentazione ho cercato qualche notizia sul web e mi hanno colpito le immagini, da qualche bellicosa dichiarazione elettorale mi sarei aspettato più grinta e sicuramente qualche sorriso in più, invece facce tese, sorrisi stentati, direi quasi preoccupazione. Se non fosse stato per lo stile “ prima comunione” delle immagini le avrei scambiate per quelle dell’intervista sul ritiro del Toro a Bormio, avete presente la faccia dei difensori granata quando gli hanno detto: “ è ufficiale, marcherete Ronaldo nel derby”?
Speriamo che fosse tutta emozione tensione e concentrazione. Infatti si parte subito in quarta, spero siano stati avvisati, ragazzi io a presto come lettura serale vorrei sul comodino il DUP.
E allora sotto con le idee e la progettazione politica e dire che il termine non è perentorio, ma far subito la figura di chi non sa che pesci prendere non è certo un buon biglietto da visita, si potrebbe poi anche mettere in bella copia il programma di mandato non fosse altro che per larghi tratti sembra più un elenco puntato e il tempo stringe. Forse avrebbe senso partire dal quello che di buono si è fatto e vedere di apportare le opportune correzioni, ma non tutti i cambiamenti sono uguali, se si varcano le Alpi con una idea napoleonica, quasi rivoluzionaria poi è nelle cose un approccio quasi Giacobino.
In effetti qualcuno ha già esorcizzato la metafora, “non sono mica arrivati i barbari” ma io che son sospettoso, per non uscire dalla figura retorica, ricordo che i Longobardi arrivarono barbari e finirono per essere romanizzati. Il 31 luglio si avvicina e io che son anche un po’ profeta mi immagino il principino Tancredi darci una lezione di vita: “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.