Quella disputata due domeniche fa, allo stadio Gino Pistoni, potrebbe essere stata l’ultima partita dell’Asd Ivrea Calcio.
Il campionato di Eccellenza si è purtroppo concluso senza la possibilità di disputare i play-off ma il rischio vero ora è un altro.
C’è che gli oranges rischiano di non iscriversi al prossimo campionato di Eccellenza, stagione 2015/2016.
La dirigenza non ce la fa più economicamente. Non ci sono più i soldi….
“Mi hanno lasciato da solo – denuncia il presidente Gianluca Actis Perino –. Chi aveva iniziato il percorso con me nel 2010 si è via via dileguato. Siamo rimasti io e l’amico Stefano Braghin, oggi responsabile del settore giovanile della Juventus, ma con un passato da direttore sportivo durante il periodo d’oro quando la compagine, sotto la presidenza Zucco-Benvenuti, raggiunse anche la C1. Se entro il 30 giugno, data in cui scadranno i termini di iscrizione al campionato, non arriverà uno sponsor, mi vedrò costretto a lasciare”.
“Spero solo di poter salvare almeno il settore giovanile – prosegue ancora il numero uno -Spero che Gianni Marchetti, il responsabile del Settore Giovanile, riesca a mantenere tutte le squadre, dai Primi Calci fino alla Juniores…”.
“I costi sono diventati troppi ed insostenibili – sottolinea e non ha voglia di concludere Actis Perino -. Oltre all’iscrizione al campionato c’è l’affitto sul quale tra l’altro pende un mutuo da un milione di euro per i lavori di ampliamento. Per non parlare dei campi in giro per il Canavese utilizzati per far giocare i ragazzi del settore giovanile. E poi…”
E poi?
“E poi l’impianto sta cadendo a pezzi e l’amministrazione comunale non ci ha mai aiutato…”.
Alcuni esempi?
Le grondaie in rame degli spogliatoi sono state rubate e il Comune non le ha mai sostituite, il tetto delle tribune sta crollando, gli impianti idraulici, sarebbero da rifare e le tribune stanno cadendo a pezzi.
Insomma dopo quasi un secolo di storia (tutto ha avuto inizio nel 1918), la storia rischia di concludersi qui. Ed è la storia e il futuro di circa 300 tesserati, tra calciatori adulti e scuola calcio.
Detto tutto questo, nei giorni scorsi, l’appello lanciato da Actis Perino è stato raccolto dal Presidente del Consiglio Elisabetta Ballurio che ne ha già parlato con l’assessore allo Sport, Giovanna Strobbia. “Mi rifiuto di pensare che non si possa fare nulla per salvare il calcio a Ivrea – dice e ammonisce – I ragazzi che giocano sui nostri campi di calcio sono il miglior antidoto contro la violenza”.
Era il 2009 quando conclusa l’era Zucco, Gianluca Actis Perino insieme ad un gruppo di amici: Piacentino, Cuomo, Ta Chiuni e la famiglia Avondoglio, rilevò il sodalizio dal fallimento acquisendone il nome sportivo. Prima la fusione con la Montaltese e poi il ritorno al Pistoni fino al raggiungimento della categoria di Eccellenza. Ora questi soci non ci sono più nonostante i risultati sportivi che hanno visto la compagine, in 5 anni, riaffacciarsi al calcio che conta tra i dilettanti, mentre lo stadio Pistoni studiato per ospitare fino a 3 mila e 500 posti, grazie all’interessamento di Stefano Braghin, ha ospitato anche la primavera della Juventus con le partite casalinghe di campionato e della Champion’s League dei giovani.
E nei ricordi di tanti riaffiorano le imprese di Alessandro Stocco, mitico bomber e di Pietro Maroso, «Peo», fratello di Virgilio, leggenda del grande Torino. Correva il 1959 e gli oranges per poco non passarono alla serie B. Altri tempi…
Se il sindaco mi autorizza lo sponsor lo cerco io!
I problemi legati all’Ivrea Calcio non possono lasciare indifferente Tommaso Gilardini, giovane consigliere comunale seduto tra i banchi della minoranza e da sempre super tifoso degli oranges.
“Spero che l’Ivrea Calcio non sparisca – dice – E’ una società con 100 anni di storia e capisco lo sfogo del presidente Gianluca Actis Perino. Da solo non riesce a sostenere i costi di gestione. Io parlo da tifoso ma se io fossi nei panni del sindaco mi adopererei per cercare soci che possano affiancare il lavoro di Gianluca Actis Perino. Oggi, in occasione del consiglio comunale, comunicherò al primo cittadino la mia disponibilità a ricercare nuovi imprenditori per l’Ivrea Calcio. Ma mi deve autorizzare però. Non posso presentarmi io per nome e per conto dell’amminisrazione comunale”.
“Pur di salvare l’Ivrea Calcio sono disposto anche a collaborare al fianco di questa amministrazione – prosegue Gilardini -. Vorrei lasciar da parte le polemiche
che non servono a nulla. Spero che Della Pepa non rinvanghi il passato e, anzi, lo inviterei a leggersi il libro di Calvi sulla storia centenaria della società arancione. Dovesse sparire non me lo potrei mai perdonare. La storia della squadra e legata alla mia famiglia. Mio bis nonno, Mario Gilardini, fu vice presidente del sodalizio”.