Il sonno.
Con questo caldo si dorme meno di notte e poi durante la giornata, complice il caldo veniamo presi dal sonno subito dopo pranzo. Il sonnellino pomeridiano detto pennichella che pare derivi dal lemma latino pendiculare, pendere. Questo forse dall’immagine del capo che inizia ad oscillare a destra e a manca, mentre seduti sulla sedia o in poltrona e le palpebre che calano inesorabilmente. Questo riposino viene anche detto siesta, parola spagnola che proviene dal latino hora sexta che significa “la sesta ora del giorno” e che corrisponde approssimativamente al mezzogiorno per i romani. Secondo un filosofo “Il sonno è una sorta di innocenza e di purificazione”, nelle Tusculanae Cicerone lo definiva imago mortis; gelidae mortis imago, ribadiva Ovidio negli Amores, “particella di morte” era per Leopardi, e così via in un lungo elenco funereo che approda alla requies aeterna cristiana. Stiamo parlando del sonno, un’esperienza che intreccia in sé fisiologia e simbologia e persino teologia, tant’è vero che la risurrezione di Cristo, mi diceva un amico sacerdote è espressa col verbo greco eghéirein, “risvegliarsi”, un termine che risuona 144 volte nel Nuovo Testamento. Per molti l’insonnia è un incubo sul quale sembra echeggiare il celebre monito nel III atto, Calaf, il figlio del vecchio re tartaro Timur, nella Turandot pucciniana: “Nessun dorma! Nessun dorma!”. Il sonno, come confessa colui che l’ha perso, Macbeth di Shakespeare nell’atto II: “…pettina l’animo sfilacciato dalle occupazioni quotidiane ed è un bagno ristoratore del faticoso affanno, balsamo alla dolente anima stanca, piatto forte alla mensa della grande Natura, nutrimento principale nel banchetto della vita”. Il sonno ha dato origine a tanti detti, proverbi e aforismi, dal popolare ninnananna, la notte porta consiglio, cascare dal sonno, morto di sonno, chi dorme non piglia pesci. A proposito di quest’ultimo detto, è curioso notare che l’insonnia in greco è agrypnía che unisce in sé l’ovvio hýpnos, “sonno”, a ágra, “pesca”! Certo il dormire non deve diventare rassegnazione come recita la famosa frase: “Svegliatemi quando tutto è finito”, come pensano certe persone quando hanno un periodo difficile di poter dormire fino a quando tutto non sarebbe passato. Poi forse al risveglio i problemi sono aumentati. Tornado al sonno, noi esseri umani trascorriamo mediamente un terzo della nostra vita dormendo. Ma dormire non vuol dire tagliare completamente i ponti con la realtà o “spegnersi”, anzi, il nostro sonno è un fenomeno attivo che svolge tante importante funzioni nell’ambito della conservazione delle nostre funzioni cognitive, della nostra competenza immunologica, nella protezione cardiovascolare e nella riparazione dei nostri tessuti. Come abbiamo visto il fenomeno del sonno ha da sempre colpito l’immaginario l’immaginario collettivo con il fenomeno più conosciuto, il “sogno”, studiato variamente negli anni sia per il suo significato biologico che psicoanalitico. Il sonno è fondamentale alla tutela del nostro benessere e solo quando non riusciamo a dormine ce ne accorgiamo. Benvenuto sonno ristoratore ogni notte che è per noi esseri umani ciò che la carica è per l’orologio.
Favria, 23.06.2022 Giorgio Cortese
Buona giornata. Nella vita quotidiana mi inquietano di più le persone che discriminano, ma di quelle che rimangono in silenzio. Felice giovedì
Buona giornata.
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