E passi la chiusura delle scuole, passi la chiusura delle chiese ma l’amore… Sul diritto degli amanti a fare sesso (magari anche segretamente) e dei fidanzatini a limonare, due deputati della Lega si dicono non più disponibili a fare un passo indietro, al diavolo il Coronavirus. All’amor non si comanda, figuriamoci agli ormoni… Sono Paolo Tiramani da Borgosesia e il nostro Alessandro Giglio Vigna. Ieri si sono rivolti direttamente al premier Giuseppe Conte con un appello. “Ci faccia capire la ratio secondo cui è possibile, giustamente, far visita ai parenti all’interno della propria regione ma non alla propria fidanzata o fidanzato, se abitano al di fuori del comune di residenza – hanno rivendicato i due, annunciando un’interrogazione parlamentare –. Ci auguriamo sia stata l’ennesima svista, altrimenti solo una mente disturbata sarebbe in grado di partorire una perla di queste dimensioni”.
In verità la definizione di “congiunti” è chiara solo nel diritto penale e si presta ad interpretazioni non sempre univoche nel diritto civile. «Non si comprende bene per quale ragione il decreto faccia riferimento al termine congiunti che, tanto nella scienza giuridica quanto nel linguaggio del legislatore, non ha mai avuto un significato univoco – proseguono –. Nel diritto penale, il termine di prossimi congiunti si rinviene nell’articolo 307, dove si precisa che “agli effetti della legge penale, s’intendono per i prossimi congiunti gli ascendenti, i discendenti, il coniuge, la parte di un’unione civile tra persone dello stesso sesso, i fratelli, le sorelle, gli affini nello stesso grado, gli zii e i nipoti: nondimeno, nella denominazione di prossimi congiunti, non si comprendono gli affini, allorché sia morto il coniuge e non vi sia prole”.
Il chiarimento è arrivato a stretto giro di posta direttamente dalla ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli a ‘La vita in diretta’. “I congiunti sono le persone con le quali si intrattengono rapporti affettivi stabili, compresi i fidanzati”, ha detto la ministra, puntualizzando comunque che “una dicitura così ampia richiede la responsabilità individuale”. Questo, comunque – aggiunge – esclude pranzi di famiglia: “ma singolarmente ci potremo rivedere”. “Dubito che ci sarà in un futuro abbastanza prossimo la possibilità di assembramento anche di natura famigliare”.
Finita qui? Manco per idea.
Non erano passati che pochi minuti e già arrivavano le proteste di Gabriele Piazzoni pronto a rivendicare i diritti dei “genitori sociali non ancora riconosciuti all’interno delle famiglie omogenitoriali o le relazioni elettive che in alcuni casi sostituiscono addirittura quelle determinate dai legami biologici. Nessun Governo può indicarci chi incontrare e chi no”. Alè!
Evidentemente, oltre che alle simpatie degli adolescenti e ai pruriti degli amanti e dei fidanzati ufficiali e meno ufficiali, l’appello potrebbe essere esteso a tutti i generi di incontri a luci rosse, uomo/donna, donna/donna e uomo/uomo. E perché no anche alle simpatie che nascono in tenera età…
In sottofondo una delle più famose canzoni di Raffaella Carrà: “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù…! Tanti auguri a chi tanti amanti ha…”.