Valter Michelini, 67 anni di San Raffaele, è da quasi un anno l’amministratore delegato della Sintol srl, fondata nel gennaio 2015. Nelle scorse settimane la centrale ha ricevuto un’ordinanza di fermo per l’interruzione delle attività relative alla realizzazione di un impianto di pirolizzazione. Il sindaco e la Città Metropolitana attendono le autorizzazioni necessarie per svolgere una valutazione ambientale dell’impianto stesso.
Intanto il figlio, Daniele Michelini, insieme ad altri due giovani ingegneri, hanno vinto la competizione dei progetti d’impresa innovativi, la “Start Cup Piemonte e Valle D’Aosta”. Li abbiamo incontrati per fare chiarezza su alcuni aspetti tecnici del progetto.
La Sintol ha vinto la “Start Cup Piemonte Valle d’Aosta”, cos’è stato premiato?
Al concorso c’erano 323 idee che si sono tradotti in 189 progetti effettivamente presentati, da cui ne sono emersi 10. Di questi ultimi, la Sintol è stata premiata e parteciperà al Premio Nazionale per l’Innovazione a il 3 e il 4 dicembre. È stata premiata la Start up che ha presentato un’idea progettuale innovativa ad opera dei soci. Per convenienza economica e strategica abbiamo pensato di utilizzare parte delle strutture esistenti nella centrale elettrica di Front, ma l’idea può essere riconvertibile in qualsiasi complesso.
Il progetto prevede l’impiego di materie prime seconde, i famosi biocombustibili sostenuti anche dal governo. Nel caso della Sintol si parla più propriamente di biocarburante di seconda generazione e il materiale di scarto che verrà utilizzato sarà selezionato dalla COREPLA, il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi di plastica. Ma aquel materiale non è da considerarsi un rifiuto perché verrà rimpiegato in un processo produttivo ottenuto grazie ad una pirolisi, che è ben diversa da un inceneritore.
Generalmente quando si parla di biocarburante non si fa riferimento a qualcosa di organico?
Con biocarburante si fa riferimento a tutto ciò che proviene da degli scarti. In questo caso sottraiamo materiale che altrimenti resterebbe in discarica. E’ anche per questo motivo che abbiamo vinto: chi produce biocarburante sottrae terreno all’agricoltura. Noi no. Impieghiamo materiale che si distingue dal rifiuto perché diventa “materia prima seconda”, poliolefine. La catalisi non è altro che il processo grazie al quale piccole quantità di sostanze (catalizzatori) modificano la velocità di reazione evitando consumi durante il processo.
Perché il Sindaco vuole le autorizzazioni?
La Città Metropolitana ha ricevuto dal vice sindaco di Front, Claudio Bianco, informazioni che non sono corrette, prospettando l’utilizzo di rifiuti. Di conseguenza il parere emesso dalla Città Metropolitana risponde ad un’inesatta informazione e l’ordinanza del sindaco è emessa sulla base di intenzioni, non su fatti afferenti alla realtà. Tutte le autorizzazioni erano già state firmate nell’ottobre 2013 dal Dottor Edoardo Guerrini, a capo dell’area di competenza dell’allora Provincia – ovvero del Servizio Pianificazione e Gestione Rifiuti, bonifiche, sostenibilità ambientale (ndr). Il sindaco ha chiesto il parere al SUAP, lo Sportello Unico delle Attività Produttive, che però è un ente non competente, e non ha considerato il parere di conformità favorevole emesso dai Vigili del Fuoco a gennario 2015, e trasmesso al Comune per conoscenza.
Però la Città Metropolitana ha fatto notare che dalla planimetria degli impianti e dei dispositivi antincendio vi è la presenza di un punto di emissione in atmosfera, una torcia, da cui dovrebbero uscire delle emissioni soltanto in situazioni di emergenza. Anche per questo caso però, stando al D.Lgs 152/2006, servono le autorizzazioni.
Il progetto presentato prevede la torcia d’emergenza, quello che ha vinto la Start Cup no.
Sono due progetti differenti?
Assolutamente no, è lo stesso progetto che viene integrato con delle migliorie tecniche che sono state apportate. Quelle emissioni non vi saranno perché verrano imbombolate. Ma questo progetto è stato volutamente non trasmesso perché vi è la chiara intenzione di ostacolare il progetto. Il parere della Città Metropolitana parla di incidente a rischio rilevante ma questo non ci riguarda perché noi non siamo la cartiera. Inoltre non possono venirci a parlare di “rischio Seveso” perché la legge impone per la capienza massima dei serbatoi contenenti oli combustibili un limite di 2500 tonnelate, mentre quello dal nostro impianto non supererebbe le 32 tonnelate. Le nostre dimensioni sono equiparabili ad un impianto pilota.
La Sintol aveva proposto un incontro il 30 ottobre con sindaco e vice sindaco? Di che cosa avrebbe parlato e perché non si è tenuto?
Abbiamo voluto proporre un incontro per ripresentare il progetto e chiarire alcuni aspetti tecnici. Ci hanno risposto che “non era necessario” e hanno rifiutato l’incontro. Quindi abbiamo trasmesso una lettera di autotutela agli enti perché si correggeressero e per poter evitare una causa. Ma il problema sussiste: abbiamo fatto ricorso al TAR. Nel caso l’ordinanza del sindaco venisse riconosciuta illegittima, noi richiederemo dei danni, che in questi casi sono ingenti. L’unica cosa che ci dispiacerebbe è che questi danni vengano poi fatti pagare ai cittadini frontesi. Gradiremmo di più che pagassero quelli che stanno ostacolando il progetto. Ma i diretti interessati non pagano mai. Nel 2013 è successa la stessa cosa con un impianto di pirogassificazione che era stato ostacolato dall’ex sincado (oggi vicensidaco), un manovratore che sfugge ad ogni controllo. Si pensi che al concorso delle Start Cup la ERS engineering srl si è classificata proprio presentando quel progetto, che era il nostro.