Palazzo Ellena è un edificio settecentesco attribuito all’Architetto Giovanni Maria Molino, a cui Brusasco deve molto, autore tra l’altro del Castello, del Ricetto del Luogo e di numerose atre opere in questa zona.
Si sviluppa in forma quadrata su tre piani e ha un aspetto molto sobrio con facciate a mattoni a vista.
I tre piani sono collegati da un ampio scalone al quale si accede dall’ampio ingresso con soffitto a volta.
Dal piano terreno si ha l’accesso al giardino con fontana e all’ampio parco. Coloro che hanno abitato questo Palazzo nel corso del Novecento Hanno lasciato un ricordo indelebile nella cultura e nella memoria di Brusasco. Otto Campini, otto perchè ultimo di otto figli, era nato nel 1892, ed era anche un uomo prestante, di aspetto marziale, pluridecorato della prima guerra mondiale, figlio di un generale piemontese, con due fratelli, colonnelli come lui. Campini, che aveva combattuto in Africa e parlava quasi tutti i dialetti di quel continente, era un uomo di pochissime parole, di lui si diceva che fosse l’ufficiale più taciturno dell’esercito italiano, ma si diceva anche che fosse un donnaiolo impenitente.
Nel 1931 Campini sposa Elena d’Aosta, vedova del Duca d’Aosta Emanuele Filiberto e cugino in primo grado del re Vittorio Emanuele III, il secondogenito di Vittorio Emanuele II. Dopo la Grande Guerra, il Duca Emanuele d’Aosta e la moglie Elena, diventeranno una delle coppie più ammirate d’Italia, lui guida con valore laTerza Armata, mai sconfitta sul campo e protagonista della liberazione di Gorizia, lei è alla testa delle crocerossine in zona di guerra. Elena non è bellissima, è molto alta e magra, ma è una donna di conoscenze ed esperienze internazionali, è colta, frequenta gli intellettuali, è appasionata di musica, si intende d’arte, corrisponse con famosi scrittori. I suoi rapporti con gli altri Savoia non sono dei migliori. Non è certo amata da Vittorio Emanuele III che la defdinisce “falsa come tutti gli Orleans”, aveva invece molta simpatia per Maria Jose. Quindi abbiamo due donne intelligenti, colte, educate modernamente, con mentalità aperte, prive di pregiudizi. Non era raro che si incontrassero a Napoli, girovagando per la città, mischiandosi con la gente comune e in tempo di pace fanno parlare molto di sè per le manifeste simpatie per le libertà extra-coniugali che si concedono.
Emanuele Filiberto muore nel 1931 e nel 1936 Elena d’Aosta sposa Otto Campini in nozze morganatiche, ma pare che la loro relazione risalisse a parecchio tempo addietro. Lui ha esattamente vent’anni meno di lei, ma ciò non impedì che la loro fosse una unione felice. Campini era la personificazione del riserbo e mai compare al suo fianco, quando era necessaria che Elena si presentasse da membro della famiglia reale: viveva accanto alla gran dama e le teneva compagnia con discrezione. Elena muore a Napoli nel 1951 e Otto Campini la assiste fino all’ultimo. Rimane accanto a lei fino al momento della morte.
Palazzo Ellena è un edificio settecentesco attribuito all’Architetto Giovanni Maria Molino, a cui Brusasco deve molto, autore tra l’altro del Castello, del Ricetto del Luogo e di numerose atre opere in questa zona.
Si sviluppa in forma quadrata su tre piani e ha un aspetto molto sobrio con facciate a mattoni a vista.
I tre piani sono collegati da un ampio scalone al quale si accede dall’ampio ingresso con soffitto a volta.
Dal piano terreno si ha l’accesso al giardino con fontana e all’ampio parco. Coloro che hanno abitato questo Palazzo nel corso del Novecento Hanno lasciato un ricordo indelebile nella cultura e nella memoria di Brusasco. Otto Campini, otto perchè ultimo di otto figli, era nato nel 1892, ed era anche un uomo prestante, di aspetto marziale, pluridecorato della prima guerra mondiale, figlio di un generale piemontese, con due fratelli, colonnelli come lui. Campini, che aveva combattuto in Africa e parlava quasi tutti i dialetti di quel continente, era un uomo di pochissime parole, di lui si diceva che fosse l’ufficiale più taciturno dell’esercito italiano, ma si diceva anche che fosse un donnaiolo impenitente.
Nel 1931 Campini sposa Elena d’Aosta, vedova del Duca d’Aosta Emanuele Filiberto e cugino in primo grado del re Vittorio Emanuele III, il secondogenito di Vittorio Emanuele II. Dopo la Grande Guerra, il Duca Emanuele d’Aosta e la moglie Elena, diventeranno una delle coppie più ammirate d’Italia, lui guida con valore laTerza Armata, mai sconfitta sul campo e protagonista della liberazione di Gorizia, lei è alla testa delle crocerossine in zona di guerra. Elena non è bellissima, è molto alta e magra, ma è una donna di conoscenze ed esperienze internazionali, è colta, frequenta gli intellettuali, è appasionata di musica, si intende d’arte, corrisponse con famosi scrittori. I suoi rapporti con gli altri Savoia non sono dei migliori. Non è certo amata da Vittorio Emanuele III che la defdinisce “falsa come tutti gli Orleans”, aveva invece molta simpatia per Maria Jose. Quindi abbiamo due donne intelligenti, colte, educate modernamente, con mentalità aperte, prive di pregiudizi. Non era raro che si incontrassero a Napoli, girovagando per la città, mischiandosi con la gente comune e in tempo di pace fanno parlare molto di sè per le manifeste simpatie per le libertà extra-coniugali che si concedono.
Emanuele Filiberto muore nel 1931 e nel 1936 Elena d’Aosta sposa Otto Campini in nozze morganatiche, ma pare che la loro relazione risalisse a parecchio tempo addietro. Lui ha esattamente vent’anni meno di lei, ma ciò non impedì che la loro fosse una unione felice. Campini era la personificazione del riserbo e mai compare al suo fianco, quando era necessaria che Elena si presentasse da membro della famiglia reale: viveva accanto alla gran dama e le teneva compagnia con discrezione. Elena muore a Napoli nel 1951 e Otto Campini la assiste fino all’ultimo. Rimane accanto a lei fino al momento della morte.