Ore 17
Alcase Italia, ora misure per malati oncologici
“Una ordinanza nazionale che riguardi specificamente i malati oncologici e le misure da adottare nei loro confronti in relazione alla epidemia di Covid 19 in atto”. E’ quanto chiede Deanna Gatta, presidente di Alcase Italia, in una lettera diffusa da Boves (Cuneo) al ministro Roberto Speranza. “Le molte migliaia di malati di cancro al polmone – spiega – hanno necessità urgente di ottenere misure chiare, univoche e mirate alle loro necessità che sono, come ovvio, assai diverse da quelle di un normale cittadino che accede in ospedale”. Gatta, dopo avere affermato che “i numeri verdi delle Regioni sono ben poco utili” sotto questo aspetto, osserva che “i pazienti oncologici, che in tempi normali godono di percorsi sanitari prioritari relativamente ad esami diagnostici, prestazioni cito-istologiche, terapie ed interventi, ora hanno urgenza di conoscere come sia possibile loro accedere ai reparti e ai servizi ospedalieri, in condizioni di massima sicurezza possibile, anche in questa fase. Ad essi, ad esempio, andrebbero fornite – all’ingresso nella struttura sanitaria – mascherine con filtro ffp3: un paziente sotto chemioterapia ha le difese immunitarie bassissime”.
Isolato al S.Raffaele in 2 pazienti del Milanese
Isolato nel laboratorio di microbiologia e virologia dell’Irccs Ospedale San Raffaele il nuovo Coronavirus da due pazienti dell’area di Milano con infezione respiratoria acuta, ricoverati da sabato 29 febbraio. Altre cinque colture provenienti da altri pazienti sono al momento in corso e se avranno esito positivo costituiranno ulteriori campioni di virus isolato. “Questo risultato, insieme con quelli ottenuti negli ospedali all’Ospedale Spallanzani di Roma e Sacco di Milano – che auspico vengano gestiti in biobanche disponibili per la ricerca – verranno usati per la valutazione di nuovi farmaci, nuovi immunologici e vaccini, possibili nel giro di mesi”, spiega Massimo Clementi, ordinario di Microbiologia e Virologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. “Soprattutto – continua – consentirebbe di non fare lo stesso errore fatto con Sars e Mers, cioè di non pensare che con il calo dei contagi il pericolo sia scampato. E di sviluppare invece farmaci con uno spettro più ampio contro la famiglia dei Coronavirus”. L’evidenza che questo virus si trasmette molto efficientemente anche in vitro, oltre che in vivo, “sottolinea che il “virus è molto diffusivo”, dice Clementi. “Da questo risultato emerge che “la proteina S, che si trova sulle estremità del coronavirus, ha un’affinità notevole con un recettore presente sulle cellule dell’albero respiratorio, chiamate Ace2. E’ così che il virus riesce a entrare e fonde con quelle cellule. Quanto più è efficiente questo legame, tanto più il virus riesce a penetrare nelle cellule. Trovare anticorpi monoclonali (mirati) significa bloccare il virus nella prima fase dell’infezione”, conclude. Il Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele nel 2003 ha isolato l’unico stipite italiano di Sars-Coronavirus.
Bongioanni (Fdi), sbloccare fondi turismo neve
Il consigliere regionale Paolo Bongioanni (Fdi) ha scritto oggi una lettera aperta al presidente della Giunta regionale del Piemonte, Alberto Cirio, con la richiesta di “sblocco immediato di fondi destinati all’impresa turistica e alle stazioni sciistiche a seguito della crisi economica conseguente al problema epidemiologico”. Per Bongioanni, che segnala “un’ondata superiore all’80% di disdette delle settimane bianche”, la piccola e media impresa “deve essere sostenuta in tutti i modi possibili essendo struttura portante dell’economia del Piemonte”. E sbloccare immediatamente i fondi destinati al turismo invernale, rimarca, va fatto “prima di stanziare nuovi interventi”.
Torino, verso posticipo Tari attività produttive
Per limitare le conseguenze negative sull’economia dovute all’emergenza Coronavirus, la Città di Torino intende posticipare, per le attività produttive, il pagamento delle prime due rate della Tari, le cui scadenze erano fissate il 16 marzo e il 15 maggio. La proposta è stata avanzata dalla sindaca Chiara Appendino ai rappresentanti delle categorie produttive in un incontro che si è tenuto oggi in prefettura insieme al prefetto Claudio Palomba e agli assessori competenti di Comune e Regione. Il provvedimento, oltre a permettere ad aziende e operatori di superare il momento di crisi di liquidità dovuto al calo dei consumi degli ultimi giorni, concede anche il tempo di capire quale tipologia di interventi effettuare anche alla luce dell’evolversi della situazione. Sempre per ridurre i disagi economici causati dall’emergenza sanitaria, l’amministrazione comunale si è anche impegnata ad assicurare un rimborso alle famiglie per i periodi di mancata fruizione dei servizi scolastici comunali.
Riaperto il Museo del Risorgimento, tariffa speciale
Dopo la chiusura imposta per arginare l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Covid-19, ha riaperto oggi il Museo Nazionale del Risorgimento. Per tutta la settimana fino a domenica 8 marzo i visitatori potranno entrare con un biglietto di ingresso alla tariffa speciale di 5 euro. Restano in vigore le altre agevolazioni tariffarie.
Poggio, per turismo misure straordinarie
La valorizzazione del distretto Unesco piemontese, la promozione del cicloturismo, il potenziamento della ricettività e dei servizi turistici, lo sviluppo dell’offerta turistica dei territori montani, la valorizzazione e la promozione dell’outdoor e delle manifestazioni e iniziative fieristiche. Sono alcune delle azioni che la Regione intende mettere in campo per superare i contraccolpi sul settore turistico dell’emergenza Coronavirus. Il rilancio del turismo piemontese r – spiega l’assessore regionale alla Cultura, al Turismo e al Commerci, Vittoria Poggio – passerà attraverso le misure contenute nel Piano di Competitività , ma anche azioni straordinarie che saranno messe a punto nelle prossime settimane, come un piano di comunicazione nazionale e internazionale che miri a diffondere le bellezze e le ricchezze del Piemonte. Per l’assessore Poggio, il comparto turistico, con tutta la sua filiera, è uno dei settori più colpiti: dagli alberghi all’intero sistema della ricettività, alle agenzie di viaggio, ai tour operator, alle guide turistiche, ma anche al settore della ristorazione e dei pubblici esercizi, senza dimenticare il commercio di vicinato. Tutti settori per i quali “la Regione si è immediatamente attivata, cercando di individuare risorse aggiuntive, che dovranno arrivare dai Fondi Europei, per mettere a punto un Piano Straordinario di Promozione del Piemonte”.
Ore 16
Novara chiude al pubblico gli impianti sportivi
Il sindaco di Novara Alessandro Canelli ha emesso una nuova ordinanza con la quale chiude al pubblico tutti gli impianti sportivi cittadini, fino a domenica compresa. ”Un’ordinanza, supportata dal parere sanitario dell’Asl e sentita la Prefettura di Novara, che nasce da un confronto con le società sportive (incontrate ieri sera) e alla luce di quanto emerso nella giornata di ieri – spiega Canelli – quando nelle nostre strutture si è registrato un accesso consistente di atleti provenienti dalla vicina Lombardia, dove gli impianti sono rigorosamente chiusi. Il Governo, nel decreto del Presidente del Consiglio, non ha considerato minimamente la vicinanza geografica del Piemonte, e a maggior ragione del nostro territorio, alla Lombardia, dove le disposizioni sono giustamente rigorose, così come non ha preso atto della mobilità continua e frequente tra le due Regioni per motivi di studio e di lavoro, ma non solo. Da oggi fino a domenica, quindi, – conclude il sindaco Canelli – potranno accedere alle strutture novaresi gli atleti delle società sportive già presenti nei nostri impianti, svolgendo regolarmente i propri allenamenti, senza pubblico. Laddove ci siano disposizioni diverse da parte delle federazioni si possono svolgere attività agonistiche con libero accesso”.
Da ricerca appello a istituzioni per contenerlo
Appello di medici e ricercatori a istituzioni e cittadini perché mettano in atto tutte le misure necessarie per contenere l’epidemia da coronavirus SarsCoV2. A lanciarlo sono gli autori dello studio condotto da Enzo Marinari, del dipartimento di Fisica dell’Università Sapienza di Roma, insieme a Enrico M. Bucci, della Temple University di Philadelphia. I risultati sono pubblicati sul blog ‘cattiviscienziati.com‘, nato per combattere la pseudoscienza e le fake news. Lo studio matematico si basa sul numero di decessi e ricoveri in terapia intensiva comunicati dalla Protezione Civile a partire dal 24 febbraio. I dati, disposti in un grafico, mostrano che l’evoluzione nel tempo del numero dei pazienti gravi è approssimata al meglio da una curva ad andamento esponenziale, con i casi che raddoppiano ogni 2,6 giorni. Proiettando questo trend al prossimo futuro, “si nota come il numero di posti letto richiesti in terapia intensiva cresca rapidissimamente nella prima settimana di marzo, configurando una situazione di ovvia crisi per le strutture sanitarie del territorio, poiché potrebbero essere richiesti almeno 350 posti letti in terapia intensiva entro il 5 marzo e ancora di più successivamente”, scrivono Marinari e Bucci. Partendo da questi dati, l’associazione “Patto Trasversale per la Scienza” (che riunisce centinaia di ricercatori, clinici e divulgatori italiani, tra cui l’epidemiologo Luigi Lopalco e il virologo Roberto Burioni) lancia un appello alle istituzioni, “affinché mettano in atto tutte quelle misure basate sull’evidenza che possano rallentare l’andamento dell’epidemia, compatibilmente con la continuazione dello svolgimento delle attività economiche e produttive del paese”. Per questo motivo l’appello “si rivolge anche ai singoli cittadini che, ciascuno per la propria parte, potrà contribuire significativamente e proattivamente a ridurre l’impatto di questa infezione”.
Anip, si taglia su pulizie scuole ma è emergenza
“Il processo di internalizzazione delle pulizie scolastiche avviato lo scorso 2 marzo si configura come un’operazione confusa, irrazionale, e che danneggia tutti, generando la perdita di 5mila posti di lavoro, ovvero circa un terzo dei 16mila lavoratori occupati nella pulizia e il decoro. Attualmente sono 40.749 le sedi scolastiche statali che accolgono 7.599.259 studenti suddivisi in 369.769 classi, e ad oggi il rapporto tra personale internalizzato destinato alle pulizie (11.263 addetti) e studenti, è quindi di uno ogni 674 alunni. Basterebbero questi numeri per allarmare ogni buon padre di famiglia e chiedere un potenziamento dei servizi. Invece si assiste ad un drastico taglio”. E’ quanto emerge nella conferenza stampa tenuta a Roma da ANIP-Confindustria, l’associazione nazionale imprese di pulizia e servizi integrati. “Chi ha sostenuto questo scempio, proponendo una falsa stabilizzazione e illudendo i lavoratori per un puro tornaconto politico, questi semplici conti non li ha fatti. Un intero settore messo in crisi, migliaia di lavoratori licenziati e scuole meno pulite, con i servizi in balia di Presidi che dovrebbero occuparsi di altro. E tutto questo perché una certa parte politica ha scelto in modo demagogico e populista di giocare con le vite degli altri. Rileviamo e denunciamo comportamenti al limite del consentito sin dall’inizio di questa vicenda, atteggiamenti che delineano una condotta su cui faremo piena luce. Da parte nostra, auspichiamo al più presto che ci sia una fase in cui verità e responsabilità prendano il sopravvento, e ci sia la ripresa del dialogo per trovare una soluzione agli esuberi che sono stati creati dallo Stato”, conclude ANIP-Confindustria, l’associazione nazionale imprese di pulizia e servizi integrati. La conferenza è stata anche l’occasione per lanciare una nuova campagna per la pulizia l’igiene e la sanificazione degli ambienti pubblici, a cui numerose aziende vogliono contribuire. “Siamo ancora più preoccupati ora che l’emergenza coronavirus rende necessaria una maggiore attenzione per la pulizia degli spazi in cui si trovano i nostri figli e tutto il personale docente e non docente per la gran parte della giornata. Proprio in questa fase, per senso di responsabilità, vogliamo ribadire l’importanza del ruolo che le imprese e i nostri operatori svolgono ogni giorno per la tutela e la sanificazione degli spazi pubblici e privati, nelle stazioni, aeroporti, scuole, ospedali, uffici etc… La demonizzazione delle imprese dei Servizi sottesa all’internalizzazione non cambierà il nostro modo di lavorare e prenderci cura del Paese”.
Con caschi Cpap meno ricoveri terapia intensiva
Uno degli strumenti su cui si sta puntando per alleggerire il carico da coronavirus nei reparti di terapia intensiva sono i caschi CPAP (Continuous Positive Airway Pressure). Si tratta di macchinari portatili che aiutano il paziente a respirare, a metà strada tra la mascherina per l’ossigeno e l’intubazione, e che, se applicati subito alle prime difficoltà respiratorie, permettono di evitare il ricovero in terapia intensiva. La regione Lombardia ne sta acquistando 62 per farli avere agli ospedali più in difficoltà, oltre che alle strutture più grandi. Vengono già usati nei reparti di Pneumologia e Infettivologia e in questo caso saranno impiegati per aiutare a respirare i pazienti con coronavirus che non necessitino di terapia intensiva. Come ha spiegato l’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, “il 50% dei pazienti trattati con questi macchinari non ha bisogno di terapia intensiva”. Per l’immunologo Giuseppe Remuzzi, presidente dell’Istituto Mario Negri di Milano, “è importante dotare i reparti di medicina di questi macchinari perchè da quando il paziente con coronavirus manifesta le prime difficoltà respiratorie alla necessità di assisterlo nella respirazione con la ventilazione, passa pochissimo tempo, un giorno, a volte qualche ora”. E’ dunque importante trattare subito il malato in questo modo, “perchè così si riduce di parecchio la necessità di farlo andare in terapia intensiva, i cui posti sono limitati”, continua Remuzzi. I caschi Cpap vengono indossati dal paziente in ospedale, per qualche giorno, via via poi riducendo il tempo. Sono una modalità di ventilazione non invasiva applicata al malato, che rimane sveglio e collaborante, e a cui viene applicata una pressione positiva continua nelle vie aeree in tutte le fasi della respirazione. Sono impiegati come trattamento precoce per evitare l’intubazione e alternativa alla ventilazione invasiva, e hanno effetto sia sul polmone che sul cuore.
Nursing up, richiamati infermieri in quarantena
“A Vercelli ci sono stati infermieri messi in contumacia volontaria per il covid-19 che sono stati richiamati in servizio il giorno dopo. Se fosse confermato, sarebbe un fatto gravissimo. Subito chiarezza su quanto accaduto. La denuncia arriva dal Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, che chiede l’immediato intervento della Regione e dei vertici dell’Asl di Vercelli affinché vengano date spiegazioni. “Secondo le segnalazioni – dicono -, diversi infermieri e professionisti entrati in contatto con l’unico paziente positivo di Vercelli nelle fasi di trasporto e di sistemazione nella rianimazione, sono stati messe lo stesso giorno in quarantena fiduciaria a casa perché considerati contatti diretti. Incredibilmente, però, gli stessi operatori, il giorno successivo all’arrivo del paziente positivo, sono stati richiamati in servizio per coprire turni da 12 ore. Un fatto grave che contrasta con le direttive del Ministero della Salute”. Sottolinea il segretario regionale Claudio Delli Carri: “Se tutto ciò venisse confermato, si sarebbe configurata una grave violazione dei protocolli di sicurezza sul contagio da Covid-19, vanificando tutti gli sforzi che la sanità sta mettendo in campo in questi giorni”.
Furia (Pd), piano Governo guardi a tutta Italia
“E’ bene avere consapevolezza degli effetti che la vicenda Coronavirus produce sull’intero sistema Paese, in particolare sulle regioni del Nord, e non solo sulle zone rosse. Auspichiamo quindi una positiva sinergia tra Regione Piemonte e Ministeri competenti per sbloccare misure di accesso al credito, sospensione pagamento di contributi e rimodulazione del Fondo Sociale Europeo”. Lo afferma il segretario del Pd del Piemonte, Paolo Furia. “Questa emergenza – dice Furia – dimostra che la sanità e in generale i servizi pubblici devono essere difesi e rafforzati. Il blocco delle assunzioni nel contesto medico e infermieristico, con relativa carenza di borse per scuole di specializzazione e quindi carenza di medici formati pronti per essere assunti, è il colpevole effetto di politiche di contenimento di spesa non lungimiranti”. “L’Italia ce la farà e il Piemonte ce la farà – aggiunge – ma non è il caso di ampliare ulteriormente gli spazi della sanità privata alla quale comunque il pubblico paga tutti i servizi convenzionati, mentre è assolutamente necessario irrorare il sistema sanitario pubblico con nuovi medici e infermieri”.
Difesa; disponibili 2200 stanze, 6600 posti letto
La Difesa ha reso disponibili – in caso di necessità e su richiesta delle autorità competenti sull’emergenza coronavirus – un totale di circa 2.200 stanze e circa 6.600 posti letto, distribuiti su tutto il territorio nazionale, a favore dei cittadini che debbano eventualmente sottoporsi al periodo di sorveglianza. “Il ministero, su indicazione del ministro Lorenzo Guerini – si legge in una nota – è anche a disposizione nel fornire supporto all’emergenza attraverso una quota del proprio personale medico, qualora ne pervenga specifica richiesta e compatibilmente con le esigenze operative che tale personale è già chiamato a svolgere in ambito Difesa, in Italia e nelle missioni all’estero”. Nello specifico, “per rispondere alle esigenze dei territori lombardi, il ministero sta predisponendo in queste ore l’invio di 10 medici e 14 infermieri, per arrivare a un totale di 20 medici e 20 infermieri”. Ad oggi, le strutture della Difesa utilizzate per fronteggiare l’emergenza coronavirus sono quelle del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito della Cecchignola, il polo alloggiativo della Scuola di Applicazione militare presso la caserma Riberi di Torino e il Policlinico militare Celio di Roma, che fornisce anche assistenza ospedaliera. “A breve – prosegue la nota – verrà attivata una quarta struttura, sempre su richiesta della Protezione Civile, che è la caserma Annibaldi di Milano, presso Baggio”. “Le Forze armate – sottolinea la Difesa – svolgono la propria parte nell’ambito del ‘sistema paese’ grazie ad una costante gestione dell’emergenza sanitaria in coordinamento con il Dipartimento della Protezione civile, i ministeri degli Esteri e della Salute. La Sala operativa (attiva 24 ore al giorno, sette giorni su sette) del Coi dedicata all’emergenza continua a monitorare la situazione dei militari italiani in tutte le missioni e operazioni nazionali e internazionali ed a condividere le informazioni di interesse con gli altri dicasteri impegnati a fronteggiare l’emergenza sanitaria”.
Zampa, piano governo +50% posti terapie intensive
Il governo “ha lavorato ad un piano che prevede l’innalzamento del 50% dei posti letto nelle terapie intensive negli ospedali italiani e del 100% dei posti delle pneumologie e dei reparti di Infettivologia”. Lo ha affermato il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa che, intervenendo a Sky Tg24 Timeline, ha sottolineato come a tal fine vada considerato che “prima delle terapie intensive va valutata l’assistenza nelle terapie sub-intensive, meno invasive”. L’obiettivo, ha spiegato Zampa, “è fare in modo che meno pazienti possibile si trovino nelle condizioni che necessitano la terapia intensiva e per questo occorrono ancora le misure di contenimento”. Inoltre, ha detto, “dobbiamo fare in modo che le terapie intensive riservino posti anche per i pazienti non affetti da Covid19”. Il nostro Servizio sanitario nazionale, ha concluso, “saprà essere all’altezza di questa sfida molto severa e la risposta non mancherà”.
8 marzo, rinviata corsa Just the Woman I Am
Just the Woman I Am, la tradizionale corsa dell’8 marzo a favore della ricerca universitaria, viene rinviata a causa dell’emergenza Coronavirus. La manifestazione si ferma “ma solo per poco”, assicurano Università, Politecnico e Cus Torino, che sono già al lavoro “per riprogrammare il nuovo appuntamento con responsabilità e massima attenzione alla salute. Anche a seguito dello slittamento della riapertura delle scuole e degli atenei – spiegano – ad oggi non sussistono le condizioni per immaginare piazza Castello gremita dalla marea rosa che ormai caratterizza da anni la giornata dell’8 marzo”. L’8 marzo potrà comunque vestirsi di rosa per la ricerca. Gli organizzatori invitano infatti chi ha già ritirato la maglietta dell’evento ad indossarla nella giornata di domenica e a scattare un selfie da postare sui social alle ore 16 con gli hashtag #conlei #torinodonna #justthewomaniam. Oltre alla corsa è stato rinviato, a ottobre, il convegno scientifico previsto per l’evento, mentre la lezione concerto ‘Ritratti di Signora’ si svolgerà nel giorno in cui sarà riprogrammata la manifestazione. Le quote versate per la donazione restano valide per la nuova data e la welcome bag potrà comunque essere ritirata da mercoledì 4 a sabato 7 marzo nella sala della Regione Piemonte in via Garibaldi.
Ore 15
Rezza, possibili altre aree incluse in zona rossa
“Credo che l’estensione della zona rossa vada riformata e rimodulata e potrebbero esserci altre zone da coprire”. Lo ha affermato il direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Gianni Rezza, intervenendo a Sky-Tg 24 Timeline. “Non credo – ha spiegato Rezza – che la zona rossa si debba estendere anche alla città di Milano in questo momento, poichè i casi sono pochi, ma piuttosto a comuni più colpiti, come Bergamo”. Insomma, ha sottolineato, “c’è la necessità di mantenere le misure prese finora e c’è l’esigenza di estendere la zona rossa sulla base dell’incidenza di diffusione del nuovo coronavirus”. Inoltre, ha evidenziato, “vanno poi valutate le misure di distanziamento sociale. La popolazione va cioè abituata ad avere dei comportamento un pò ‘asociali’: ad esempio non baciarsi, non abbracciarsi. Ciò perchè bisogna arginare la velocità di diffusione del virus. Nel resto d’Italia è cioè auspicabile un cambiamento dei comportamenti”.
Quanto ai focolai, ha concluso Rezza, “quello principale è relativo al basso lodigiano, poi ci sono dei focolai satelliti come quello di Bergamo, quello in Veneto e a Pesaro”. “Per ora la situazione è sotto controllo ma – ha concluso – non bisogna comunque abbassare la guardia”.
Burioni, follia Juve-Milan a porte aperte
Far disputare Juventus-Milan a porte aperte ”è pura follia”. La pensa così il virologo Roberto Burioni, che su Twitter critica duramente la scelta di far giocare la sfida di ritorno delle semifinali di Coppa Italia con i tifosi presenti allo stadio. ”Io spero che non sia vero. Perché se è vero è pura follia. Lo Stato non deve permetterlo per la sicurezza dei cittadini”, le parole di Burioni in un tweet.
Vco; disdette turisti lago,aumento nell’ Ossola
Crollano le prenotazioni sul Lago Maggiore, ma crescono le presenze sulle montagne dell’Ossola. Doppio effetto per il Coronavirus nel Verbano Cusio Ossola. Se per il Lago Maggiore fioccano le disdette, si registrano invece aumenti di presenze nelle vallate dell’Ossola. Lo confermano i sindaci di alcune località turistiche ossolane: Santa Maria Maggiore (Valle Vigezzo), Formazza (Valle Formazza) e Macugnaga (Valle Anzasca). Parlano di ”presenze superiori al solito, in particolare nei giorni feriali”. Un turismo alimentato dalla presenza nelle varie località di numerose seconde case di persone residenti soprattutto in Lombardia. Anche se a Macugnaga, ai piedi del Monte Rosa è saltato il raduno nazionale dei Lions che prevedeva l’arrivo di oltre 300 persone.
Glocal Film Festival conferma,in scena dal 12/3
Il Glocal Film Festival conferma la programmazione della 19a edizione che si terrà dal 12 al 16 marzo al Cinema Massimo Mnc di Torino. “Stiamo vivendo un momento difficile, pieno di incertezze e di timori, e siamo naturalmente molto dispiaciuti per tutte le realtà culturali messe a dura prova dal blocco delle attività – afferma Gabriele Diverio, direttore artistico del Glocal Film Festival – “Non vogliamo sottovalutare ciò che sta accadendo e siamo consapevoli che il rischio di una proroga sia alto. Però vogliamo presentarvi lo stesso la 19esima edizione del nostro festival, perché ci sembra giusto farlo”. Con 50 titoli tra sezioni competitive, proiezioni speciali, omaggi e incontri, la cinematografia regionale sarà nuovamente protagonista di questa 5 giorni, fin dall’inaugurazione di giovedì 12 marzo con la prima cittadina di Pastrone!, documentario di Lorenzo De Nicola sul regista del colossal Cabiria, personaggio piemontese che ha svolto un ruolo fondamentale nel cinema muto nazionale e internazionale. Ospite in sala l’attore Fabrizio Bentivoglio – voce di Pastrone nel documentario – e il regista Lorenzo De Nicola. L’omaggio di questa edizione è dedicato al regista torinese Gianluca Maria Tavarelli, con tre proiezioni di film dei suoi esordi in 35 mm e lunedì 16 marzo sarà insignito del Premio ‘Riserva Carlo Alberto’.
26/a edizione Torino comics spostata a giugno
L’emergenza Coronavirus fa slittare anche uno degli appuntamenti più amati dagli appassionati di games, cosplay e fumetti. E’ infatti spostata a giugno, dal 5 al 7, la XXVI edizione di Torino Comics che avrebbe dovuto svolgersi dal 17 al 19 aprile al Lingotto Fiere. “Allo stato attuale – si legge in una nota – non ci sono infatti le condizioni affinché l’evento si svolga nel clima di serenità e di festa che da sempre lo caratterizza”. “Nerds e GL events, co-organizzatori della manifestazione – prosegue la nota -, colgono l’occasione per esprimere il loro sostegno a istituzioni, personale medico-sanitario e tutti i soggetti impegnati ad arginare la diffusione del Covid-19”. Appuntamento, dunque, solo rimandato ma confermata sia la location sia il format, con tutti i contenuti già previsti per le date di aprile. “Raccogliamo questa sfida – dicono gli organizzatori – come un’opportunità per rendere la XXVI edizione di Torino Comics ancora più bella e coinvolgente”.
Pediatri Fimp, è caos sui rientri a scuola
E’ “caos sui rientri a scuola”. Lo denuncia il presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), Paolo Biasci, il quale rileva come “nell’ultimo decreto del Governo per l’emergenza coronavirus è specificato che i certificati sono necessari in caso di assenza superiore a cinque giorni, dovuta a malattie infettive soggette a denuncia. Ma Regioni e presidi si muovono in ordine sparso”. Da qui l’auspicio di una circolare del Ministero dell’Istruzione. “Ogni Regione – afferma Biasci in una nota – sta infatti interpretando a modo suo l’articolo dedicato ai certificati medici per la riammissione a scuola, contenuto nell’ultimo DPCM sul Coronavirus. Così è il caos, si mettono in difficoltà le famiglie costrette dalle scuole a chiedere ai pediatri di cure primarie di attestare l’assenza di malattia”. In un momento critico come questo, rileva, “dobbiamo in tutte le Regioni rispondere in maniera univoca alle esigenze di salute pubblica e per farlo abbiamo bisogno di muoverci in maniera coordinata. Chiediamo pertanto che il Ministero dell’Istruzione, d’intesa col Ministero della Salute, spieghi con chiarezza, in una circolare, che fino al 15 marzo la riammissione a scuola potrà avvenire senza certificato medico in tutte le Regioni in cui non è stata sospesa l’attività scolastica, fatte salve le assenze superiori a 5 giorni per malattie infettive soggette a denuncia”. In molte Regioni la certificazione di riammissione in classe “è stata abolita da anni – spiega – proprio perché ritenuta inutile anche alla prova delle valutazioni scientifiche. Il triage telefonico e i consigli che abbiamo dato alle famiglie hanno sinora funzionato bene. Non dobbiamo tornare indietro, rischiando peraltro di allargare il contagio, solo perché una prescrizione transitoria non è stata correttamente recepita dalle scuole”. La rete delle cure primarie, conclude il presidente Fimp, “sta reggendo a un’incredibile pressione. Non possiamo permetterci di aggiungerne di inutili e dannose”.
Ascani, 500 prof a webinar didattica a distanza
“Il sito Miur Social per la didattica a distanza è attivo da ieri sera e in poche ore già più di 500 docenti hanno partecipato ai webinar Indire Social. Una bella notizia che dimostra sensibilità e passione della comunità educativa italiana”. Lo scrive la viceministra dell’Istruzione, Anna Ascani. Il LINK è http://www.indire.it/la-rete-di-avanguardie-educative-a-supporto -dellemergenza-sanitaria/
Identificati genomi virus in Brasile e Italia
Identificati in Brasile i codici genetici dei ceppi di coronavirus di due pazienti a San Paolo: i ricercatori brasiliani si stanno consultando con i colleghi italiani e di altri Paesi, scambiando informazioni di laboratorio fondamentali per combattere l’epidemia. In Brasile ci sono 433 casi sospetti, oltre ai due che si sono dimostrati positivi al ritorno da viaggi in Lombardia. Il direttore dell’Istituto di medicina tropicale dell’Università di San Paolo (Usp), Ester Sabino, ha riferito che i virus isolati dai campioni dei due pazienti risultano avere genomi diversi. Questi dati “suggeriscono che l’epidemia è già matura in Europa perché c’è una trasmissione interna tra i Paesi” della regione e forniscono informazioni preziose per far avanzare la strategia di limitare l’epidemia nel mondo, oltre che in Brasile”, ha spiegato il ricercatore. Allo stesso tempo, l’Usp ha informato che “i ricercatori italiani hanno chiesto la collaborazione del team brasiliano”, che ha ottenuto i codici genetici. I codici dei pazienti di San Paolo sono simili a quelli trovati in Germania e in Inghilterra, e diversi da quelli trovati in Cina, ha precisato Sabino. Lo Stato di San Paolo, oltre ad avere confermato gli unici due pazienti finora, ha sotto osservazione 163 persone “sospette”, una parte delle quali ha iniziato a mostrare sintomi dopo il ritorno dall’Italia. “Per noi è importante misurare con maggiore precisione quando l’epidemia ha iniziato a diffondersi in Italia” per incorporare tali informazioni nei modelli di mutazione del virus e stabilire il tempo impiegato da ogni tipo, ha aggiunto Sabino, sottolineando di aver creato “un gruppo di conversazione con diversi scienziati di tutto il mondo”.
Ore 14
Coronavirus:in calo le donazioni di sangue in alcune regioni
Centro Sangue,chi a rischio sospeso per 14 giorni, altri donino
ROMA
(ANSA) – ROMA, 03 MAR – Calano le donazioni di sangue in alcune regioni per effetto della psicosi da coronavirus. Lo afferma un comunicato del Centro Nazionale Sangue, che ricorda che per chi è stato potenzialmente esposto al virus c’è una sospensione per 14 giorni, mentre l’invito a tutti gli altri è continuare a donare. “Ogni giorno ci sono oltre 1.800 pazienti che hanno bisogno di terapie trasfusionali, ma le notizie sul SARS-CoV-2 – osserva il direttore generale del Cns, Giancarlo Maria Liumbruno – hanno spinto molte persone a restare a casa, tanto che già nei giorni scorsi alcune Regioni e Strutture Regionali di Coordinamento hanno rivolto un appello a donare il sangue. Stiamo monitorando giorno per giorno la situazione, che al momento non desta preoccupazione anche grazie alla compensazione da parte delle regioni che invece non hanno visto riduzioni”. La sospensione, che è stata portata a 14 giorni dai 28 precedenti su indicazione dell’Ecdc, vale per chi torna dalla Cina, ha transitato nelle ‘zone rosse’, ha contratto l’infezione da coronavirus o è stato a contatto stretto con persone che l’hanno avuta o che sono a loro volta a rischio. “I donatori possono continuare a donare senza timori, – afferma Gianpietro Briola, portavoce del Civis, il coordinamento delle associazioni di donatori – seguendo delle precauzioni che sono sempre valide, soprattutto nel periodo di massima diffusione dell’influenza. Le associazioni sono impegnate anche a garantire, a tutto il personale operante presso le Unità di raccolta, la diffusione capillare e costante delle informazioni inerenti all’applicazione delle indicazioni fornite dal Ministero della salute per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti”. (ANSA).
Y91-BG/ S04 QBXI
CRO:Coronavirus
2020-03-03 14:34
Coronavirus:Federchimica-Farmindustria,interventi su imprese
Siglato documento su gestione emergenza
ROMA
(ANSA) – ROMA, 3 MAR – Realizzare quanto prima “tutti gli annunciati interventi legislativi necessari a supporto delle imprese e dei lavoratori”. E’ l’auspicio espresso da Federchimica, Farmindustria e le Organizzazioni sindacali di categoria, che hanno condiviso un documento relativo alle misure per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Nel documento, le parti garantiscono anche “la massima disponibilità per approfondire e risolvere, congiuntamente, ogni eventuale problematica che dovesse manifestarsi in merito alla gestione dell’emergenza in atto”. Nel testo le parti firmatarie, “consapevoli degli sforzi che imprese e lavoratori stanno affrontando – si legge in una nota – evidenziano la necessità di continuare a garantire la salute, la sicurezza dei lavoratori, la produzione e conseguentemente l’occupazione del settore, nel solco del modello di relazioni industriali positive e partecipative. Modello fondamentale, particolarmente in questa delicatissima fase, per gestire sicurezza e salute sul luogo di lavoro in modo efficace e rispettoso delle norme di legge e contrattuali e per evitare allarmismi, comportamenti rischiosi e inadeguati alla situazione”. In relazione a ciò, prosegue la nota congiunta, “richiamando la necessità di verificare scrupolosamente le prescrizioni delle Autorità pubbliche, le parti evidenziano l’importanza di attenersi alle misure di prevenzione definite anche a livello aziendale, nel reciproco rispetto e riconoscimento dei ruoli, delle competenze e delle responsabilità di tutti i soggetti coinvolti”. Inoltre, “per assicurare il rispetto di tutte le misure previste e comportamenti coerenti e corretti da parte di tutti i soggetti coinvolti – conclude la nota – l’Avviso sottolinea l’importanza, ancora di più in questa fase di emergenza, di realizzare una corretta e completa informazione e il coinvolgimento tra tutti i soggetti interessati. (ANSA).
CR/ S04 QBXI
EST:Coronavirus
2020-03-03 14:34
Coronavirus: 90 mln a ricerca da Ue e industria farmaceutica
Primo bando ‘fast-track’ da 45 milioni, atteso un secondo
BRUXELLES
(ANSA) – BRUXELLES, 3 MAR – L’Unione europea e l’industria farmaceutica mettono a disposizione fino a 90 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca capaci di contrastare l’epidemia di coronavirus. La Innovative medicines initiative (Imi), una partnership pubblico-privata fra la Commissione europea e l’industria farmaceutica, ha lanciato un bando ‘fast-track’ che mette sul piatto fino a 45 milioni di euro provenienti da Horizon 2020, il programma per la ricerca e l’innovazione dell’Ue. Un impegno simile dovrebbe essere preso a breve anche dall’industria farmaceutica. “Questo aiuterà ad accelerare nello sviluppo di cure e diagnosi davanti all’emergenza globale e migliorare la pronta risposta a future epidemie”, ha commentato la commissaria europea alla ricerca, Mariya Gabriel. Il bando fa parte della risposta coordinata dell’Ue annunciata ieri e si aggiunge ai 10 milioni già mobilitati a favore della ricerca a fine gennaio, sempre nel quadro di Horizon 2020. (ANSA).
ZMM/ S04 QBXI
EST:++ Coronavirus
2020-03-03 14:26
++ Coronavirus: Rep.ceca blocca voli con 4 regioni Italia ++
Dal 5 al 18 marzo. Salgono a cinque casi positivi nel paese
PRAGA
(ANSA) – PRAGA, 3 MAR – Il ministero dei trasporti ceco blocca i collegamenti aerei tra la Repubblica ceca e le regioni italiane Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, dal 5 fino al 18 marzo. Le misure sono state prese in seguito alle raccomandazioni del Consiglio di sicurezza del Paese. A sospendere i voli da Milano e Bologna era già stata ieri la società aerea ceca Csa. Nella Repubblica ceca, intanto, i casi positivi registrati salgono a 5
Mascherin (Cnf), grazie a avvocatura responsabile
“Desidero ringraziare gli Ordini forensi italiani che, in molti casi con la collaborazione di associazioni e comitati Pari opportunità, stanno dando attuazione alle linee guida concordate tra ministero della Giustizia e Cnf”. Lo dichiara il presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin che rende noto che “si stanno predisponendo in molte parti gli elenchi degli avvocati disponibili a titolo solidale alla sostituzione in udienza dei colleghi appartenenti ad altri distretti o circondari”. “E’ una risposta che inorgoglisce – afferma- in quanto è la rappresentazione di una avvocatura italiana nella gran parte dei casi responsabile e impegnata a far funzionare il sistema giustizia nell’interesse del Paese in un momento delicato, curando al contempo la tutela, ragionata e non isterica, della salute di tutti gli operatori del diritto e di chiunque frequenti i tribunali”. “E’ anche la dimostrazione – conclude il vertice dell’avvocatura istituzionale – che nelle fasi emergenziali i corpi intermedi della società, come l’avvocatura, possono agire in sinergia con la politica, come avvenuto in questo caso tra ministero della Giustizia e Cnf, così come sarà importante lo stretto collegamento operativo tra Ordini e capi degli uffici giudiziari. Insomma, una avvocatura che si sta dimostrando un esempio di impegno, senso di responsabilità, razionalità, e davvero non è poco di questi tempi”.
Garante detenuti, no a restrizioni ingiustificate
“Da più parti vengono segnalate restrizioni ingiustificate che incidono anche sui diritti delle persone ristrette e che sembrano essere il frutto di un irragionevole allarmismo che retroagisce determinando un allarme sempre crescente che non trova fondamento né giustificazione sul piano dell’efficacia delle misure”.Il garante nazionale delle persone private della libertà personale e il portavoce della Conferenza nazionale dei garanti territoriali lanciano l’allarme su alcune decisioni legate all’emergenza Coronavirus nelle carceri , che “vanno oltre le indicazioni emanate centralmente” dal capo del Dap e del Dipartimento per la Giustizia minorile e che tendono a “configurare il mondo recluso come separato dal mondo esterno e portatore di un fattore intrinseco di morbilità”. Sotto accusa sono “le autonome indicazioni di un Provveditorato”, le disposizioni di alcuni direttori di carceri, “anche di regioni per nulla coinvolte” dalle indicazioni del Dap e alcune decisioni di Tribunali di sorveglianza “non assunte ‘caso per caso’ ma in via generale”, “nonché qualche dichiarazione di consenso di taluni Garanti”.
“Non sembrano essere stati assunti come primi urgenti provvedimenti, proprio negli Istituti che maggiormente hanno rivolto l’attenzione alla mera chiusura agli esterni-accusano il Garante nazionale, Mauro Palma, e il portavoce della Conferenza dei garanti territoriali in una nota – misure relative alla sanificazione degli ambienti, alla diffusione di norme igieniche, all’autodichiarazione di non aver avuto contatti possibilmente a rischio da parte del personale che entra in Istituto, alla predisposizione di strumenti che possano rilevare la temperatura corporea di tutte le persone che, per qualsiasi ragione, entrano nell’Istituto stesso”. E in assenza di tali misure, “la fisionomia della prevenzione potrebbe essere vista come maggiormente rivolta a evitare il rischio di futura responsabilità che non effettivamente a evitare un contagio certamente molto problematico in ambienti collettivi e chiusi”. “Va ricordato che la sospensione o la stretta limitazione automatica di accesso a volontari” che entrano in carcere per progetti trattamentali “possono ragionevolmente sussistere solo nei casi in cui effettivamente prevedano la presenza di pubblico con inevitabili affollamenti e non nei casi in cui l’attività coinvolga singoli o specifici limitati gruppi di lavoro”. La nota si conclude con la sottolineatura che “la collaborazione di tutti i Garanti con le Amministrazioni che affrontano un inedito e difficile cimento è totale così come la disponibilità ad affrontare insieme, a livello centrale e locale, ogni criticità che possa svilupparsi”.
Ore 13
Le parole contano, consigli Oms contro lo stigma
Nella lotta contro il nuovo coronavirus SarsCov2 anche le parole contano. Lo ribadisce l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che, come riporta l’Istituto superiore di sanità (Iss) sul proprio sito, in collaborazione con IFRC (International Federation of Red Cross e Red Crescent Societies) e Unesco, ha redatto una vera e propria guida, rivolta alle istituzioni governative, ai media e alle organizzazioni che lavorano nel campo della nuova malattia da coronavirus, per prevenire e affrontare lo stigma sociale. Lo stigma, secondo l’Oms, è frutto di un’imprudente e scorretta associazione tra la malattia e particolari luoghi o etnie, che passa attraverso espressioni quali “virus cinese” o “virus di Wuhan” o “virus asiatico”. Ma anche parlare di “casi sospetti” o “sospetti COVID-19” come pure di persone che “trasmettono COVID-19”, che “infettano gli altri”, può alimentare lo stigma e al tempo stesso una maggiore riluttanza a farsi curare o a sottoporsi a screening, test e quarantena. Anche enfatizzare gli sforzi per trovare un vaccino e un trattamento, si legge nella guida, può aumentare la paura e dare l’impressione che non siamo in grado di arrestare le infezioni. Infine, lo stigma può essere favorito da una conoscenza insufficiente relativamente a come il nuovo coronavirus viene trasmesso e trattato e come si può prevenire l’infezione. Di conseguenza, rileva l’Oms, “occorre diffondere, con linguaggio semplice privo di termini clinici, informazioni accurate e specifiche in relazione a: le aree interessate, la vulnerabilità individuale e di gruppo a COVID-19, le opzioni di trattamento, cosa fare per avere assistenza sanitaria e informazioni sulla malattia”.
Confartigianato, colpito 70% Pmi Nord Italia
L’emergenza coronavirus ha colpito l’attività del 70% degli artigiani e delle micro e piccole imprese delle regioni del Nord Italia e, se l’allarme persisterà, gli imprenditori prevedono cali del 25% del fatturato di marzo, con una flessione del 30% in Lombardia. Sono i principali risultati di un sondaggio condotto negli ultimi quattro giorni da Confartigianato presso i piccoli imprenditori delle regioni del Nord dove si concentrano oltre la metà (52,8%) del totale degli addetti delle piccole imprese e il 61,5% del totale del fatturato delle imprese italiane. Gli effetti dell’emergenza coronavirus sono diffusi in tutti i settori delle piccole imprese del Nord: particolarmente pesanti i cali di fatturato mensili previsti dal settore del trasporto persone (-68%), dalle imprese interessate dalla domanda turistica (-37%), da quelle del settore alimentare (-33%), dalle aziende della moda (-25%), e dei servizi (-25%). Nelle regioni del Nord, nei settori in cui è maggiore il previsto calo di fatturato, operano 456 mila micro e piccole imprese, che danno lavoro a 1,7 milioni di addetti. In particolare, in questi settori, sono coinvolte 209 mila imprese artigiane con 566 mila addetti.
Pronto soccorso di Tortona resta chiuso
E’ stato trasferito in un ospedale di Torino il paziente ultrasessantenne risultato, ieri, positivo al test del COVID-19 ‘Coronavirus’, all’ospedale di Tortona dove restano chiusi (lo sono da domenica) il Pronto Soccorso e il mini-reparto di Rianimazione. Sarebbero 8 – tra medici, personale sanitario e ricoverati – le persone sotto osservazione; per 2 in particolare, quelle entrate più in contatto con l’anziano, non sarebbe escluso il tampone. In isolamento domiciliare fiduciario i 4 familiari che non avrebbero accusato sintomi. Nel frattempo le ambulanze sono dirottate da Tortona all’ospedale ‘San Giacomo’ di Novi Ligure e in altri eventuali nosocomi a seconda delle esigenze.
Ore 12
Marrone (Fdi), no taglio voli su Torino-Caselle
Il capogruppo Fdi in Regione Piemonte, Maurizio Marrone, dice “no alla riduzione dei voli sull’aeroporto di Torino-Caselle”. La Regione, afferma Marrone in un ordine del giorno presentato oggi, “deve attivarsi subito per incontrare i vertici della compagnie aeree”, perché “il Piemonte non è zona rossa”. “Lufthansa, Brussels Airlines, Blue Air e Ryan Air – rimarca l’esponente Fdi – hanno annunciato di voler ridurre i voli sugli scali italiani, tra cui anche quello di Torino. E’ un’ipotesi irricevibile che, come denunciano le associazioni di categoria, aggraverebbe ulteriormente la crisi dovuta all’emergenza Coronavirus, infliggendo un colpo durissimo al turismo e vanificando tutte le misure di sostegno che stiamo mettendo in campo”. “Con il nostro ordine del giorno – spiega – chiediamo che la Giunta si attivi al più presto per incontrare i vertici delle compagnie aeree e cerchi di bloccare quantomeno le riduzioni dei voli sugli scali aeroportuali delle Regioni non coinvolte dall’emergenza, a partire da Torino. Va chiarito che il Piemonte non è zona rossa in quanto non presenta focolai. Altre compagnie si stanno già accodando alla linea di isolare il Piemonte e Torino: non possiamo permettercelo”.
Aiop, 36 strutture a disposizione per emergenza
L’Aiop, Associazione Italiana Ospedalità Privata, sede regionale del Piemonte, mette a disposizione del sistema sanitario la propria rete composta da 36 strutture per fronteggiare l’emergenza Coronavirus e collaborare con il centro di crisi regionale. Gli operatori della sanità privata “si dichiarano pronti a porre in atto tutte le azioni che saranno ritenute utili ed efficaci per contrastare il propagarsi del virus e prestare le cure più efficaci ai nostri cittadini”. “Siamo consapevoli che combattere questo virus significhi un grosso impegno che coinvolge ad ogni livello tutti gli operatori della sanità. E’ per tale motivo che siamo completamente disponibili, quali aziende facenti parte del servizio sanitario nazionale – dichiara il dottore Giancarlo Perla, presidente dell’Aiop Piemonte – a mettere in rete le nostre strutture per decongestionare gli ospedali pubblici e gestire pazienti anche gravi nei nostri posti letto di rianimazione, di acuzie o anche di post acuzie in ipotesi di malati cronici”.
Cirio, Conte rifletta su su Juve-Milan
“Credo che qualche riflessione dovrebbe essere fatta. Se la scelta avessi dovuto farla io? Avrei fatto parlare i medici”. Così il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha risposto oggi a una domanda sulla partita di Coppa Italia Juventus-Milan che si giocherà mercoledì a Torino. “È una riflessione – ha detto Cirio – che credo il presidente del Consiglio e il ministro della Salute debbano fare. Quando hanno emanato il decreto, cioè domenica, questo evento era a calendario e nulla dice il decreto in merito alla possibilità che venga vietato o che debba svolgersi con particolari cautele. Quindi sotto il profilo giuridico il Governo al momento ha autorizzato questo tipo di manifestazione. Io credo che qualche riflessione debba essere fatta”.
Sileri, presto per parlare di calo contagi
“Aspetterei a dire ‘frenata’ dei contagi, è troppo presto per parlare di frenate. Se l’incubazione è fino a 14 giorni, dobbiamo aspettare per capire. Perché se in altre zone ci sono casi satellite, potrebbero dar luogo a altre ondate”. Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, a margine della presentazione dei dati 2019 del Centro Nazionale trapianti, commenta così il possibile calo dei contagi da coronavirus emerso ieri. “Essendoci un periodo di incubazione della malattia – ha aggiunto – dobbiamo aspettare per capire se vi sia effettivamente un calo. Per ora i focolai sono in Veneto e Lombardia e finché è così è abbastanza sotto controllo, perché hai un caso lo rintracci e metti in quarantena i contatti, fai il test su chi ha dei sintomi”.
Ore 11
Cirio, per nostre decisioni seguiamo la scienza
“La scienza è quella che sta ispirando ogni nostra decisione: su temi come questi mai bisogna basarsi su sensazioni o improvvisazione. E la sospensione era per noi un provvedimento doveroso. Non avere allarme ma non abbassare la guardia è linea che stiamo cercando di seguire”. E’ quanto ribadisce a proposito del prolungamento della chiusura della scuole in Piemonte per l’emergenza Coronavirus il governatore Alberto Cirio, che stamani, insieme alle assessore regionali e comunali all’Istruzione, Elena Chiorino e Antonietta Di Martino, era al liceo D’Azeglio in occasione dell’attività di igienizzazione decisa nei giorni scorsi. “Crediamo – osserva Cirio – che scuole igienizzate siano scuole sicure e questo è un intervento straordinario volto anche a trasmettere senso di fiducia alle famiglie, che devono sapere che quando i figli torneranno a scuola torneranno nel luogo più sicuro che c’è”. Quanto a eventuali decisioni future, Cirio sottolinea che “ci sarà un nuovo decreto del presidente del Consiglio e capiremo se sarà valido anche per il Piemonte o dovremo nuovamente diversificarci, sempre basandoci sulla scienza”. “Le migliori teste del Paese – conclude – sono state chiamate dal presidente a sovrintendere alle decisioni. Sabato vedremo l’analisi che faranno”.
Durante la visita al liceo D’Azeglio il presidente Cirio ha anche parlato della didattica a distanza, “che si sta cercando di favorire”. E ha citato il caso del Politecnico “che sta vivendo questo come momento di sfida per mettersi alla prova sull’insegnamento a distanza, uno strumento per rendere davvero accessibile la scuola a tutti anche in tempi non di emergenza”. “Stiamo lavorando per cercare di risolvere eventuali difficoltà che vengano segnalate così che ci sia il minor disagio possibile sulla didattica”, ha aggiunto l’assessore Chiorino, mentre la collega del Di Martino ha sottolineato che “la Città ha condiviso le scelte della Regione e anche per le scuole a gestione diretta del Comune si è provveduto secondo i protocolli per la sanificazione, con un’attenzione particolare, nelle scuole per i bimbi più piccoli, anche sui giochi”. “Quello che vogliamo – ha aggiunto il direttore dell’Ufficio Scolastico di Torino, Stefano Suraniti – è fare in modo che tutti siano messi in condizione di svolgere l’attività didattica in massima sicurezza”. Ieri, intanto l’Ufficio Scolastico regionale ha costituito una ‘task force’ territoriali di supporto ai provveditorati: saranno gruppi di lavoro che verificheranno eventuali richieste particolari di supporto logistico o economico.
Appendino, Torino ringrazia la comunità cinese
“Ci tenevo a ringraziare la comunità cinese per questo gesto, che forse nei giorni scorsi ha avuto poca visibilità: l’associazione nuova generazione italo cinese, Angi, a nome dell’associazione Wenzhounesi Uniti nel mondo e Giovani Wenzhounesi, ha donato all’Unità di Crisi della Regione Piemonte di 6mila guanti monouso, 1900 mascherine, 660 occhiali protettivi e 30 tute monouso”. Lo scrive la sindaca Chiara Appendino su Facebook. “Ancora una volta – afferma – la comunità cinese si dimostra parte integrante della nostra comunità, dando supporto ove possibile e dimostrando grande sensibilità e generosità, in particolare in questo momento storico. A tutti loro, a nome mio e della Città di Torino che rimane unita, un sentito ringraziamento”.
Ore 10
AscomFidi, subito fondo garanzia Piemonte
Attivare subito la sezione speciale regionale del Fondo Centrale di Garanzia e rendere “immediatamente fruibili tutte le misure orientate al settore del Turismo”. Lo chiede Ascomfidi NordOvest che vuole “ridare fiducia alle imprese, agevolando l’accesso al credito, anche mediante il ricorso agli strumenti già esistenti ma non ancora pienamente operativi. “Oltre a confermare le garanzie rilasciate alle banche che adottino soluzioni di sospensione per mutui e rateizzazioni su prestiti garantiti – commenta il presidente di AscomFidi NordOvest Paolo Mignone – ricordiamo che siamo già impegnati come cofinanziatori così come le banche del territorio insieme alla Regione della Legge 34 che prevede anche contributi a fondo perduto”. Ascomfidi sottolinea “l’importanza di uno strumento finalizzato come il Credito Diretto destinato proprio a ridurre il credit crunch; finora ha già erogato 5 milioni di euro per finanziamenti alle micro e piccole imprese ma auspichiamo che, grazie a un sostegno della Regione che metta a disposizione risorse addizionali, di poter accrescerne il volume attenuandone il costo del rischio. È stato inoltre attivato uno sportello di Emergenza Ascomfidi NordOvest per le emergenze finanziarie a Torino in via Massena 20 presso la sede per fornire la necessaria consulenza. Mai come adesso la vicinanza alle imprese è un dovere; noi faremo in modo convinto, umile e disponibile la nostra parte”.
Brussels airlines taglia 30% voli verso Italia
La compagnia aerea belga Brussels Airlines ha deciso di prolungare fino al 28 marzo il taglio del 30% dei voli verso gli aeroporti di Milano Linate, Milano Malpensa, Venezia, Roma, Bologna e Torino. “A causa della rapida diminuzione della domanda” e per “limitare l’impatto economico negativo sulla sua attività”, l’azienda aveva già deciso di prendere tale misura per il periodo fra il 2 e il 14 marzo. “Visto che continua il generale cambiamento della domanda sul mercato europeo e in particolare su quello italiano, la compagnia aerea belga è costretta a estendere le misure”, riporta un comunicato della Brussels Airlines, nel quale si specifica tuttavia che la compagnia continuerà a servire le destinazioni italiane, nonostante la riduzione della frequenza dei collegamenti. I passeggeri che hanno visto cancellare il proprio volo sono stati contattati ed è stata data loro la possibilità di prenotare un posto su un altro volo disponibile, oppure di essere rimborsati.
Stop da Praga, no mondiali scacchi per Italia
La questione Coronavirus congela la partecipazione dell’Italia ai campionati mondiali di scacchi a squadre “seniores”: l’evento era in programma a Praga dal 5 al 20 marzo ma ieri la Federazione scacchistica italiana ha comunicato ai giocatori che la Repubblica Ceca non accetta più i voli provenienti dal Nord Italia e che la partenza della delegazione, almeno per il momento, è da considerare cancellata. La rappresentativa azzurra over 50 era composta dai maestri Godena, David, Garcia Palermo, Bellia e Sarno e secondo gli osservatori aveva ottime possibilità di lottare per la vittoria. Uno dei giocatori era appena arrivato in Italia dall’Argentina: una volta ricevuta la comunicazione dalle autorità federali è ripartito per il Sudamerica.