Si chiama Vergina, ma se ci si ferma anche solo un istante a parlarle, con il suo sorriso contagioso e sincero, chiede di essere chiamata Gina. Ha 60 anni ed è originaria di Alba Iulia, città della Transilvania, in Romania.
Due o tre mattine alla settimana è seduta nella centralissima via Torino, cuore pulsante di Chivasso, a chiedere l’elemosina. Con dignità, senza voler dare fastidio a nessuno, ma allo stesso tempo pronta a salutare con cortesia e rispetto. In questi ultimi anni sono sempre di più le famiglie italiane che faticano ad arrivare a fine mese, complice la crisi che sta attanagliando il nostro paese, ma qui non c’è nessuna intenzione di farne una questione di nazionalità. Italia o Romania, non c’è alcuna differenza quando si può aiutare qualcuno che è in difficoltà, che ha bisogno. Gina vive a Torino in una baracca in Lungo Stura Lazio e viene a Chivasso con il treno a chiedere l’elemosina perché in quella zona ci sono troppi malviventi per strada.
Mostra orgogliosa il biglietto del treno, regolarmente obliterato. Una coperta per difendersi dal freddo, poche righe scritte su un cartello e un coraggio da vendere. Sì, proprio coraggio, perché viene da sentirsi in colpa per la forza che ha, a chiedere l’elemosina a 60 anni. Una situazione umiliante, ma inevitabile. Ciò che la spinge è la necessità: “Da 28 anni sono sola, separata da un marito che mi picchiava, mi trattava male. Sono venuta in Italia 12 anni fa e ho fatto tanti lavori, dalla badante alla contadina e alla signora delle pulizie. Poi mi sono ammalata, ho problemi di cuore e al pancreas, e sono costretta a dover chiedere l’elemosina”.
Una donna onesta, a cui fa piacere scambiare qualche parola, per sentirsi meno sola. Ha provato per qualche mese a recarsi in un dormitorio a Torino, ma tra gli ospiti ci sono soggetti poco raccomandabili, violenti, e ha paura. Ha così deciso di vivere da sola in una baracca, piegando la testa e chiedendo aiuto a quelli che stanno meglio di lei. “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore” è il motto dei benpensanti e la loro ipocrisia la ritrovi negli sguardi che ti lanciano. Basta poco, però, a volte per essere utili ai più bisognosi, sentirsi vivi e partecipi.
Sognare è difficile di questi tempi e lo è ancor di più per chi è nella sua condizione, ma nel cuore ha un sogno: “Tornare nella mia Romania a vivere gli ultimi anni della vita. Vorrei già farlo ora, ma non ho i soldi per una casa ed in Transilvania fa molto freddo. Vivere in strada sarebbe impossibile”.
Chiunque volesse o potesse aiutarla, anche solo con qualche euro, può contattarla al 389-1005464 o trovarla in via Torino. Un sorriso sincero è garantito.
