Ciriè ha “cacciato” un rifugiato. Avrebbe violato le regole della convivenza.
Lo comunicano le Cooperative che si occupano del progetto di accoglienza e integrazione Sprar insieme al consorzio Cis. L’ospite è stato allontanato dalla casa in Borgata Pich lo scorso venerdì, con l’aiuto dei carabinieri di Ciriè che l’hanno scortato per il ritiro degli effetti personali. Tutto bene non fosse che ancora non si è capito quali regole avrebbe violato e né le cooperative, né i carabinieri, né gli amministratori, né il Cis, al momento, sono in grado di fornire ulteriori dettagli. Pare però che il rifugiato non fosse nuovo a comportamenti non in linea con le caratteristiche dell’accoglienza. Anzi.
“Non è mai facile, è sempre faticoso l’allontanamento, ma l’accoglienza non è solo dare un tetto e cibo e vestiti, bensì consiste nel dare un’opportunità di integrazione che non ci può essere senza accettazione e rispetto delle regole della comunità che accoglie – comunicano -. Agli ospiti Mister Grab (il nome specifico del progetto locale ndr) fa una proposta che dà dei diritti, ma anche dei doveri: liberamente accettati con un Patto. Chi viola questo Patto rifiuta la proposta e dunque non può più stare nel progetto, semplice! Questo è rispetto, per l’ospite e per la collettività”.
Quel ch’è certo è che le cooperative stanno avendo diverse difficoltà nel percorso di integrazione.
Le stesse difficoltà, in realtà, che si riscontrano sul tutto il territorio nazionale. Legate alla cultura, alla lingua, alle risorse economiche, a chi non riesce ad adattarsi alle regole di un altro Stato. “Tocca allora intervenire, spesso con allontanamenti coatti, per tutelare la comunità locale che accoglie i richiedenti asilo e anche gli altri ospiti, che con rispetto e fatica si impegnano nel percorso individuale di integrazione – spiegano -. Anche a Ciriè, sui tre nuclei abitativi attivi ora (siti in Borgata Pich e Via J.F. Kennedy), Mister Grab sta incontrando alcune difficoltà, soprattutto dal punto di vista dell’organizzazione della vita quotidiana, con tutti i compiti e gli adempimenti che toccano a un cittadino italiano. Ma poiché l’autonomia dei beneficiari è la finalità ultima del progetto (autonomia è ciò che serve per essere “cittadini” di un territorio, e non “sudditi) le attività sono orientate a responsabilizzare gli ospiti, sia nell’esecuzione dei propri “doveri” di cittadini, sia nella gestione delle risorse (economiche e materiali) messe a disposizione dal progetto per ciascun individuo. Ovviamente, a rischio di qualche difficoltà”. Problemi che si incontrano anche nell’insegnare ai ragazzi a spendere i soldi nel modo giusto. “Consapevole delle difficoltà, Mister Grab chiede a tutta la cittadinanza comprensione e pazienza – concludono -. L’integrazione non è impresa da tempi brevi, ma i benefici sono a lungo termine, come l’impegno”.
manuel.giacometto@gmail.com