Sono nove gli imputati del processo Alto Piemonte – sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel nord-ovest e sul controllo dei clan calabresi di Rosarno sul business dei biglietti per gli ultrà della Juve – per i quali si riaprirà il dibattimento nel giudizio di appello bis, anche se solo parzialmente e limitatamente a singoli capi di accusa, come ha stabilito ieri sera la Sesta sezione penale della Cassazione presieduta da Andrea Tronci. Il grosso del processo ha ricevuto una sostanziale ‘convalida’ in sede di legittimità. In base a quanto stabilito dal dispositivo depositato dagli ‘ermellini’, è definitiva la condanna per Antonio Agresta (2 anni di reclusione), per Fabio Bruzzesi (3 anni e 4 mesi), e per Giuseppe Sgrò (7 anni). Invece sono da riesaminare – solo su singoli aspetti essendo per il resto passata in giudicato la penale responsabilità – le posizioni di Giuseppe Avenoso, Giovanni Raso classe 1967, Giovanni Raso classe 1963, Fabio Germani, fondatore di Italia Bianconera, l’associazione che racchiude tutti i club della Juventus in Italia, Diego Raso, Antonio Miccoli, Enrico Raso, Rocco Dominello e suo padre Saverio. Nella sua requisitoria il Sostituto procuratore generale della Cassazione, Assunta Cocomello, ieri aveva chiesto ai supremi giudici di confermare il verdetto emesso dalla Corte di Appello di Torino il 16 luglio 2018, e di annullare con rinvio la sola condanna a 4 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione per Germani che, in primo grado, era stato assolto. Anche in Cassazione, Regione Piemonte e Comune di Torino si sono costituite parti civili. Adesso servono almeno 30 giorni, ma potrebbe occorrere anche più tempo data la complessità del procedimento e la presenza di complessivi dodici imputati, prima che il consigliere Massimo Ricciarelli, relatore del fascicolo Alto Piemonte, depositi le motivazioni del verdetto della Sesta sezione penale.
Ultrà: difesa Germani, ora siamo fiduciosi nell’appello bis
“La massima felicitazione” per la pronuncia della Corte di Cassazione su Fabio Germani, l’ex ultrà della Juventus imputato nel processo Alto Piemonte, è stata espressa dall’avvocato difensore, Michele Galasso. “La decisione dei supremi giudici – dice il legale – rende giustizia e dignità al nostro assistito. Ora confidiamo nell’appello bis. Siamo molto fiduciosi”.