Ad osservare inorriditi gli stand pieni di animali in gabbia mercoledì scorso al Mauriziano c’erano anche gli attivisti del MAP, il Movimento Antispecista Piemonte, una delle tante associazioni impegnate a proteggere gli animali da sofferenze inutili. Il Movimento si sta radicando nella nostra città. Il 21 agosto i suoi aderenti erano in piazza del Duomo con cartelloni e video per informare i cittadini sulla terribile condizione in cui vivono, e il modo spesso barbaro con cui vengono uccisi, gli animali nella nostra “civile” società. Al Parco Mauriziano ci hanno parlato di alcune delle iniziative che hanno in cantiere. Terranno altri presidi di informazione e sensibilizzazione in centro città. Vogliono promuovere una raccolta firme per chiedere che il Comune vieti l’attendamento nel territorio comunale dei circhi, e che contrasti tutte le manifestazioni, gare, esposizioni che impiegano animali. O che perlomeno scoraggi tutto ciò: forse il Comune non può negare ai circhi di installarsi e eseguire i loro spettacoli con l’uso di animali perché i circhi sono protetti dalla legge e addirittura ricevono finanziamenti dallo Stato.
Ma può vigilare sull’osservanza della normativa esistente, che punisce il maltrattamento, e sul rispetto delle linee guida CITES, che fra l’altro, vietano l’impiego di animali esotici. Gli attivisti sperano nell’aiuto dei consiglieri comunali (L’anno scorso il Movimento 5 Stelle protestò con un comunicato per la presenza di un circo in città. Nota dell’autore). Ci sono Comuni che si sono già mossi. A Villardora il consiglio comunale ha approvato un avanzato “Regolamento per la tutela e il benessere degli animali”, reperibile sul sito. Guardando le gabbie in cui mercoledì al Parco erano rinchiusi gli animali, i militanti del MAP ci hanno spiegato i tanti danni che la loro salute subisce. Non solo quella fisica. Costretti in spazi innaturalmente angusti sviluppano disturbi psichici e assumono comportamenti aggressivi contro se stessi e contro i compagni di prigionia. Come accade negli allevamenti di polli, dove gli animali hanno a disposizione uno spazio grande quanto un foglio A4: per evitare che si becchino a vicenda a causa dello stress da sovraffollamento, viene loro reciso il becco (pratica assolutamente legale), questa mutilazione provoca nei polli malattie e ulteriori sofferenze, poiché il becco è un insieme di importanti terminazioni nervose. La contrarietà degli animalisti all’alimentazione carnivora si fonda principalmente su ragioni etiche. Ma anche su preoccupazioni per la salute: l’oncologo Umberto Veronesi afferma che i vegetariani “vivono meglio, perché si ammalano meno, e più a lungo”. Veronesi aggiunge ragioni ambientali e di giustizia sociale che gli attivisti del MAP in parte condividono: “sono vegetariano per motivi di sostenibilità ambientale. Per ottenere un chilogrammo di carne da consumare occorrono 15 mila litri d’acqua, mentre ne occorrono meno di mille per ottenere un chilo di cereali. L’acqua è una risorsa scarsa e lo sarà sempre di più in futuro a fronte di un aumento costante della popolazione mondiale. Il consumo di carne gioca un ruolo cruciale anche nella scarsità di cibo che ci aspetta se noi occidentali non modifichiamo le abitudini alimentari ed è il maggior responsabile dell’attuale ingiustizia alimentare che fa sì che circa un miliardo di persone muoia per fame o malnutrizione, da una parte della Terra, mentre un altro miliardo si ammala e muore per eccesso di cibo. I cereali destinati a nutrire i quattro miliardi di capi di bestiame che ingrassano la popolazione sovralimentata potrebbero infatti essere utilizzati per sfamare la gente sottonutrita”.