CHIVASSO. Erano andati lì per assistere alla partita e per passare una serata in compagnia degli amici. Invece hanno vissuto un incubo, che continuano a rivivere ogni volta che vanno ad un evento, anche solo una festicciola. “Da quella sera la folla ci fa paura. Nulla è più come prima”. Così racconta Sergio Nucci, che insieme alla sua famiglia venne travolto in piazza San Carlo a Torino il 3 giugno 2017, durante la proiezione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid.
Ieri il tribunale di civile di Torino ha stabilito che la famiglia Nucci, padre, madre e le figlie (all’epoca dei fatti entrambe minorenni), assistiti dallo studio legale ‘Ambrosio e Commodo’, dev’essere risarcita per circa duecento mila euro.
Condannati a pagare il Comune, il consorzio ‘Turismo Torino, il Ministero dell’Interno e l’architetto Enrico Bertoletti (incaricato dell’allestimento del maxischermo). Durante le ondate di panico la famiglia di Chivasso venne divisa e la figlia più piccola, che oggi ha 15 anni, rimase da sola e venne ritrovata solo dopo due ore.
La madre, Laura Sclafani, venne ferita e venne ricoverata per due settimana in terapia subintensiva. Il giudice ha riconosciuto ai quattro componenti la famiglia i danni sia fisici che psichici. “Questa causa è la prima sentenza (in campo civilistico, ndr) – dicono i legali – Noi abbiamo fatto cause solo sotto il profilo civilistico perché i nostri clienti non cercano vendetta ma l’integrale riconoscimento del danno. In questo caso sono quattro danni di una famiglia, uno solo funzionale e gli altri danni da sofferenza per il quale il tribunale ha riconosciuto il danno psichico.
Zaira, oggi maggiorenne che all’epoca dei fatti aveva 14 anni racconta: “Il trauma me lo porto dietro e ancora oggi tendo a evitare feste e luoghi affollati. Esco spesso con mia sorella, in piazza lei a un certo punto quella sera del 2017 non si trovava e non voglio più rischiare di perderla”.