Un lascito da quasi un milione e mezzo di euro. E’ a quanto ammonta l’eredità che don Nicolino Averono ha lasciato alla “sua” Castelrosso, la frazione di cui ha retto la parrocchia per ben 51 anni, prima della scomparsa nell’autunno di un anno fa.
La scorsa settimana, su “Il Risveglio Popolare”, la Diocesi di Ivrea, attraverso una nota, ha comunicato l’entità del lascito. “Il defunto prevosto di Castelrosso, monsignor Nicolao Averono – scrive il settimanale diocesano – ha lasciato ogni suo bene a favore della parrocchia che ha servito per ben 51 anni: un’eredità consistente in denaro, non in beni immobili. Detratte le spese (dettagliatamente certificate nella documentazione parrocchiale e nell’inventario notarile), la somma risultante è di 1 milione 400 mila 382 euro”.
La somma, informa il settimanale, verrà gestita da una Fondazione Ecclesiastica “Mons. Averono”, eretta con decreto vescovile il 25 marzo 2014. Nel Consiglio della Fondazione ci sono il presidente, don Giuseppe Boero – amministratore parrocchiale di Castelrosso fino all’ingresso del nuovo parroco -, Claudio Caldi, Bruno Actis Dato, Monsignor Lorenzo Santa (canonico del Duomo di Chivasso e nativo di Castelrosso), e don Gianpiero Valerio, nuovo parroco della frazione.
Nei mesi scorsi è stato determinante il lavoro di don Gianmario Cuffia, cui il Vescovo Monsignor Edoardo Cerrato aveva affidato l’incarico di preparare lo statuto della Fondazione e di collaborare con gli altri membri per l’elaborazione del regolamento. Ma qual è il ruolo della Fondazione?
“Un ente – leggiamo sulla nota pubblicata da “Il Risveglio Popolare” – che sostenga l’amministrazione della parrocchia nel cammino futuro, finanziando singoli interventi inseriti però in un piano globale e di ampio respiro, onde evitare che il patrimonio sia diretto esclusivamente su un’opera a svantaggio di altre”.
Sono infatti tante le strutture che don Nicolino ha lasciato alla frazione: in primis, una parrocchia dotata di realtà educative e socio-assistenziali, come la piscina, il campo da calcio, la scuola professionale, ad esempio, che necessitano di interventi di manutenzione.
“L’auspicio – conclude la nota della diocesi – è che, in unità di intenti, la parrocchia e la fondazione giungano ad elaborare un piano amministrativo che garantisca il miglior utilizzo dell’eredità di don Nicolino, a vantaggio della comunità castelrossese che è stata, per mezzo secolo, il luogo privilegiato della sua paterna premura pastorale”.