Non tira una bella aria, a Castelrosso, frazione di Chivasso, tra alcuni fedeli e frequentatori della parrocchia e don Gianpiero Valerio. La goccia che ha fatto traboccare il vaso di una convivenza non facile, tra la comunità orfana di don Nicolino Averono, il parroco che ha retto le sorti della parrocchia di San Giovanni Battista e San Rocco per oltre cinquant’anni, e il sacerdote quarantenne arrivato da poco più di un anno, è stata la scelta di unire le attività parrocchiali castelrossesi con quelle della Madonna del Santo Rosario, al Borgo Sud Est. Due parrocchie a poche centinaia di metri in linea d’aria l’una dall’altra eppure, nella testa dei castelrossesi, ancora legati a quel don che si dedicava anima e corpo alla frazione, distanti anni luce. Da qualche settimana è iniziato uno scambio di vedute tra don Gianpiero e alcuni parrocchiani sulla scelta di unificare le due parrocchie e dunque tutte le attività come il catechismo, ad esempio. “Perché non c’è il parroco?”. E’ capitato che si domandasse, qualcuno, intorno a piazza Assunta. L’idea di un sacerdote diviso a metà tra la parrocchia di Castelrosso e un’altra ha fatto storcere il naso a più d’un parrocchiano castelrossese. A suo modo, don Gianpiero nei giorni scorsi ha cercato di rispondere sul bollettino parrocchiale, lanciando un appello all’unità dei fedeli. Appello che pare non abbia dato gli esiti sperati… Il 30 ottobre, su iniziativa delle associazioni di “Castelrosso insieme”, si terrà una riunione aperta a tutti presso la sede della Società Operaia di piazza Assunta per, ufficialmente, “cercare di capire come mantenere viva l’identità come paese e comunità di Castelrosso”. Ufficiosamente, per capire quali siano le intenzioni del don sia con la gestione delle due parrocchie sia con il lascito di don Nicolino, intorno al milione e mezzo di euro, al momento gestito da una Fondazione. “Non sarà un processo al parroco ma un’occasione per affrontare anche altre questioni – spiega Pierangelo Careggio, responsabile di ‘Castelrosso Insieme’ -. Verranno invitati ufficialmente il parroco e i responsabili della Fondazione che gestisce l’eredità di don Nicolino. Tutti noi vogliamo bene a Castelrosso e per questo tutta la popolazione è invitata a partecipare per convidere idee, suggerimenti, soluzioni ai problemi che stiamo vivendo oggi”. Interpellato sulla questione, don Gianpiero, nel dirsi “dispiaciuto per la situazione che si è venuta a creare”, confessa di non capire dove stia il problema: “Non so chi possa avercela con me, ho letto lettere anonime sul mio operato e questo mi rammarica perché vorrei dialogare, ma non so con chi. Io sono disponibile al confronto, ma non con chi si nasconde dietro l’anonimato. Per questo vado avanti per la mia strada”.
“Sono disponibile e ci sono sempre per tutti – continua il don -, però il mio dovere è quello di guidare una comunità e di prendere delle decisioni nell’interesse di tutti. E io lo sto facendo. Capisco che non sia facile cambiare abitudini dopo che per cinquant’anni si sia stati abituati in una certa maniera, ma io cerco di fare il meglio per tutti. Ci sarà un incontro il 30 ottobre? Non so, lo scopro adesso. Per ora non ho ricevuto alcun invito…”.