Chiesti 600mila euro di risarcimento danni all’ex sindaco di Ceresole Reale, oggi semplice consigliere di maggioranza, Renzo Bruno Mattiet. La richiesta è stata avanzata ieri pomeriggio, al termine di una fitta arringa durata, insieme a quella del Pubblico Ministero Roberta Bianco, ben tre ore, dall’avvocato di parte civile Maria Cristina Macrì del foro di Torino per conto della famiglia Serra-Villata, titolare della Dacia dei Fiori, la villa distrutta e trascinata a valle per 150 metri in quel 16 dicembre di otto anni fa, a causa di una tempesta di neve che poteva essere fatale. L’avvocato ha chiesto una provvisionale di 445mila euro, pari al valore dell’immobile. A cui si aggiungono le varie spese comprensive del valore dei mobili e delle spese sostenute.
“E’ un miracolo che non ci siano stati morti durante quella valanga” hanno evidenziato tanto l’avvocato di parte civile quanto il Pm, chiedendo inoltre la condanna di Bruno Mattiet, imputato per una serie di negligenze legate al piano regolatore e alle misure di sicurezza, ad un anno di reclusione.
Il processo è stato rinviato al 30 maggio per dare la parola alla difesa, affidata all’avvocato Massimo Gastaldo Brac, quindi sarà stabilito un altro rinvio per le repliche e la sentenza.
Secondo l’accusa tre sono i profili di responsabilità attribuiti all’ex primo cittadino: il fatto di non aver adeguato il piano regolatore al Pai (Piano di Assetto Idrogeologico), il fatto di aver omesso interventi come sistemazione dei paravalanghe, e di non aver provvedimento alle dovute comunicazioni per far evacuare la popolazione. “Si sapeva – hanno sottolineato Pm e parte civile – che quella era una zona a rischio ed il sindaco avrebbe dovuto, anche in attesa di sistemare le carte, prevedere delle opere a difesa di queste case”.
I paravalanghe erano abbattuti, quasi a terra, e in particolare quelli installati dopo i precedenti eventi atmosferici del ’94. In condizioni appena migliori quelli installati negli anni ’70. I ponti da neve, installati nel 2000, dovevano essere sistemati in larga percentuale ed anche quelli fallati negli anni ’70 dovevano essere oggetto di interventi. Certo è quei manufatti erano in condizioni di manutenzione pessima. Eppure lo avevano evidenziato, già nel settembre 2008, rilevamenti eseguiti dall’Ingegner Martina, incaricato dal comune. In una relazione, depositata in municipio, il tecnico attestava lo stato di ammaloramento di queste costruzioni, come già segnalato dal guardiaparco molti anni prima. Dopodiché era stato dato un altro incarico nel 2009 al dottor Ceriani, dopo la valanga. Tutto questo perché nel 1999 il geologo Innocenti aveva sottolineato quanto urgesse l’adeguamento del piano regolatore al Pai perché la carta delle valanghe non comprendeva alcune aree oggettivamente a rischio. “Il Sindaco, malgrado tutto questo – ha aggiunto la parte civile -, non ha disposto alcuna manutenzione e la valanga, se ci fossero stati questi manufatti, avrebbe avuto un impatto decisamente minore”. L’avvocato Macrì ha sottolineato inoltre “l’assenza di attività di protezione civile del sindaco che non ha evacuato popolazione in tempi corretti, non ha avvertito i residenti dei pericoli”.
Bruno Mattiet si sarebbe limitato ad attendere l’arrivo di bollettini via fax, quando avrebbe dovuto porre attenzione ai bollettini nivologici. Lo stesso Bruno Mattiet, interrogato l’altra settimana, ha ammesso di non aver chiamato ed avvertito nessuno.
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