Lo zingaro non lo vogliamo. No, no, e no! Sembra il ritornello di una cantilena per bambini e invece è l’argomento caldo di questa fine estate che rischia di riaccendere una vecchia e campanilistica rivalità tra due Comuni che si guardano, dalle sponde del rio Trincavenna, e si sopportano a fatica. Parliamo di Brusasco e Cavagnolo e di una convivenza difficile fin dal 1927, anno in cui di due municipalità, sotto il regime fascista, se ne fece una soltanto, quella di Cavagnolo-Brusasco.
Da allora è passato quasi un secolo eppure, nonostante l’autonomia riconquistata dai brusaschesi nell’immediato dopo guerra, tra le due comunità la rivalità continua ad essere accesa.
L’ultima vicenda che rischia di compromettere un idillio durato per tutti gli anni dell’amministrazione brusaschese di Franco Cappellino è quella che ha per protagonista una “migrazione” di alcune famiglie di zingari dalla vicina Brusasco a Cavagnolo.
La storia è semplice e intorno al Trincavenna iniziano a vederla praticamente tutti: gli zingari che vivono a Brusasco stanno piano piano oltrepassando il rio e si stanno trasferendo nella vicina Cavagnolo.
Embè? Embè, direte voi, provate a chiedere conto al sindaco di Cavagnolo Mario Corsato e alla sua amministrazione.
“Qui abbiamo 39 richiedenti asilo e il carico sociale per una comunità di 2.300 abitanti è già di per sè notevole…”, incalza il primo cittadino cavagnolese, cui è cresciuto un diavolo per capello alla vista di quei furgoni carichi di tutto un po’ che stanno organizzando il trasloco da un Comune all’altro.
Della serie: ci mancavano solo gli zingari.
La questione Corsato l’ha messa nero su bianco in una lettera che ha inviato alla Prefettura di Torino e, per conoscenza, alla neo insediata amministrazione brusaschese del sindaco Luciana Trombadore con cui, a quanto pare, non sembra esserci un grande feeling.
O, meglio: con cui non ci sarebbe proprio dialogo.
“Tutto nasce dal problema di Palazzo Alice – inforca Corsato -. Finché c’era Cappellino i problemi si affrontavano insieme, per trovare una soluzione che andasse bene a tutte e due le nostre comunità. Oggi sembra che si guardi ciascuno al proprio orticello…”.
Al Prefetto di Torino Corsato ha chiesto un incontro urgente che avrebbe dovuto tenersi lunedì prossimo, 19 settembre, e a cui avrebbero dovuto partecipare il sindaco Trombadore, i carabinieri di Cavagnolo, l’ATC, il Comune di Torino e il Ciss di Chivasso, ma che il Prefetto ha deciso di anticipare a questa mattina, giovedì 15 settembre.
Ci saranno solo i sindaci, però.
Oggetto dell’incontro: il trasloco degli zingari da Brusasco a Cavagnolo.
“Il Comune di Torino ha destinato, con un cambio alloggio, una famiglia di zingari, a Palazzo Alice, nel Comune di Brusasco. A questo nucleo familiare si sono via via aggiunti altri nuclei che hanno occupato abusivamente altri alloggi del condominio. Oggi ATC ha deciso di ristrutturare quell’immobile e quindi di liberarlo degli occupanti: questo ha fatto sì che, soprattutto quelli che non hanno titolo, in assenza di uno specifico progetto, stanno trovando casa nel Comune di Cavagnolo, creando non pochi allarmismi nella popolazione…”.
Un trasloco che starebbe avvendo in maniera alquanto “anomala” secondo l’amministrazione cavagnolese: alcuni di questi nuclei famigliari di zingari hanno infatti trovato casa nelle proprietà del fratello del sindaco di Brusasco, a Cavagnolo.
“Ma scusate – replica Luciana Trombadore -: fino a quando queste famiglie vivevano a Palazzo Alice, andava bene così e non fregava a nessuno. Ah gli zingari? Eh, bel problema che avete… Ora che finalmente riusciamo a dar seguito ad un impegno preso in campagna elettorale, come lo sgombero di tutti gli abusivi dal condominio, ce li dobbiamo tenere? Eh no, qualcosa non torna così!”.
Corsato ha già fatto sapere, anche al Prefetto di Torino, che non concederà la residenza alle famiglie di zingari che gli faranno richiesta. “Non farò sconti”, assicura.
E Trombadore, dal canto suo, è irremovibile. “Non firma le residenze? E’ una decisione sua – incalza il sindaco brusaschese -. Qui ci sono delle famiglie con dei minori a carico: sono stati i servizi sociali ad indicare un percorso di reinserimento sul territorio che le ha portate a Cavagnolo. Ma scusate: dove sarebbero dovute andare a stare queste famiglie? Nei nostri Comuni ormai si sono inserite: dove sarebbero dovute andare a stare? Se anche fossero finite altrove, sarebbero comunque tornate qui. Io come sindaco ho le mani legate. L’unica cosa che potevo fare era garantire lo sgombero di Palazzo Alice per tutelare i miei concittadini e così ho fatto. So che sono state proposte alcune soluzioni in affitto a queste famiglie sia a Verrua Savoia che a Brozolo, a Brusasco e nella stessa Cavagnolo: hanno trovato un accordo con mio fratello, che ci posso fare io? Quelle proprietà sono sue, non mie, io con lui non ho più alcuna frequentazione. Trattino mio fratello come un cittadino qualsiasi, non come ‘il fratello del sindaco’… Se la mettiamo così, io ho anche uno zio Cardinale e allora? Devo rispondere delle azioni che fa anche lui?”.