E’ l’architetto Mauro Esposito il “sindaco” preferito dai casellesi. Il 51enne, che nel 2009 aveva avuto il coraggio di denunciare le infiltrazioni della ‘Ndrangheta nel tessuto torinese, diventando uno dei testimoni chiave del processo “San Michele”, ha sbaragliato la concorrenza di chi la politica la vive tutti i giorni, a partire dall’attuale sindaco Luca Baracco.
Mauro Esposito, cosa si prova ad essere il sindaco che i casellesi vorrebbero?
“Ne sono orgoglioso anche se è giusto dirlo che al momento non sono un candidato alle imminenti elezioni amministrative. Vuol dire che nel corso di questi anni, forse anche tramite la mia vicenda personale, hanno capito chi sono e di che pasta sono fatto”.
E’ la riprova che i casellesi vogliono una figura nuova, fuori dai soliti schemi?
“Questo dovresti chiederlo ai miei concittadini. Io politica attiva, nel senso di avere un incarico come consigliere comunale, assessore o sindaco non ne ho mai avuti. Anche se cinque anni fa avevo appoggiato la candidatura di Gianni Caveglia, mettendomi in lista e portando a casa, senza campagna elettorale, la bellezza di 130 voti. E la mia era una candidatura di servizio…”.
Tu sei molto vicino al Pd, visto che hai anche una tessera in tasca. Che rapporti hai con la segreteria?
“Per via del mio lavoro vivo ho vissuto poco Caselle ma a qualche riunione sono andato. Ho i rapporti che han tutti gli iscritti con l’attuale segreteria. Attività se ne fa poca, mica per colpa nostra…”.
E con questa maggioranza? Cosa ne pensi?
“Ho pochissimi rapporti con Baracco e la sua Giunta. Ma non posso ritenermi soddisfatto di come han gestito Caselle in questi anni”.
Perchè?
“Ero presidente di un’associazione, anni fa. Per Natale facevamo tante iniziative, il centro era pieno, i commercianti felici. Vi siete fatti un giro per Natale? Non c’era nessuno, i commercianti erano disperati per gli affari non del tutto rosei. Una situazione molto imbarazzante”.
Se tu fossi un “forestiero”, come giudicheresti Caselle?
“Per certi versi lo sono, perché la mia vita lavorativa mi porta spesso ad essere fuori dalla mia città. Caselle avrebbe un grande potenziale, se fosse amministrata da persone competenti e qualificate. E invece abbiamo una urbanistica piuttosto sperimentale, capannoni comunali fra una casa e l’altra nel centro storico, una ex stazione abbandonata a sé stessa, una ferrovia mai interrata. I giovani che non sanno dove diavolo andare per divertirsi. Un Comune che ha deciso di stare nell’Unione Net quando tutti sanno che siamo molto più legati a Cirié che non a Settimo e San Mauro. Giudicatela voi..”.
Come dovrà essere il prossimo sindaco?
“Rappresentativo di tutta la città, con un consiglio che sia figlio delle tante sfaccettature di Caselle, con assessori che sappiano gestire ed abbiano a cuore le loro deleghe”.
Ti candidi a sindaco allora? E se sì, sfiderai Baracco alle primarie?
“Vedremo cosa fare. Di certo non ambisco a diventarlo a tutti i costi. Se sfiderò Baracco? Solo se vorrà mia moglie. Se lei dirà ‘sì’, allora tenterò questa avventura. Ma oggi è tutto troppo prematuro…”.