Un gruppo di cittadini, guidato da Edoardo Perino, personaggio molto conosciuto in paese – in quanto fu vice sindaco nella passata legislatura ed oggi è seduto tra i banchi della minoranza -, si sta mobilitando contro la Smat.
Sono molti coloro i quali nella bolletta dell’acqua si sono visti recapitare cifre davvero esose. C’è chi si è trovato costretto a pagare una quota per la depurazione pari al 50 per cento dell’importo della bolletta! Un’ingiustizia se si considera che – come sostengono i più indignati – in paese non esiste un depuratore ma solo una fossa imhoff.
A Caravino, dunque, esplode la battaglia già esplosa in altri comuni del circondario. Da Tavagnasco a Pavone, passando per Samone e Salerano. Ovunque, in eporediese, gli utenti si sono appellati alle amministrazione comunali e all’Adoc, l’associazione dei consumatori con sede a Ivrea, per riuscire a sostenere la loro battaglia, pronti anche ad adire a vie legali.
“La protesta – spiega Perino – nasce dal fatto che il nostro impianto depurazione non avrebbe tutte le caratteristiche i che dovrebbe garantire un impianto per le acque reflue. O in molti casi la depurazione non esiste proprio…”
E’ stato proprio Edoardo Perino a rivolgersi all’Adoc. Ma secondo lui non basta. La gente di Caravino dovrebbe sentire di avere l’Ammnistrazione Comunale dalla propria parte. L’appello, dunque, è rivolto al sindaco Clara Pasquale. Ed è ciò che il consigliere di minoranza ha anche rimarcato l’altra sera in una riunione pubblica convocata per affrontare il problema.
“Della vertenza potrebbe anche interessarsi l’amministrazione comunale – conclude Perino -. Ad oggi né sindaco e tanto meno gli assessori si sono interessati del problema…”