Allegri la sua rivincita se l’e’ presa gia’ all’andata mentre Inzaghi tenta, in grande emergenza e contro un tecnico con cui ha avuto scarso feeling, di far riprendere quota a una squadra che ha preso appena un brodino contro il Parma. Juve-Milan ai tempi della crisi rossonera e’ una sfida momentaneamente svalutata, ma che puo’ tornare incerta e incandescente senza preavviso. I 21 punti di divario in classifica non distraggono Allegri, lanciato a mettere il suo sigillo sul poker di scudetti dopo il tris di Conte. C’era il conte Max in panchina per l’ultimo successo rossonero nel novembre 2012, sette mesi dopo le polemiche per l’1-1 al Meazza ‘sporcato’ dal gol fantasma di Muntari. Da allora lacrime amare per il Milan con una striscia di cinque ko (uno in Coppa Italia). Troppo scarto, raramente verificatosi tra due squadre che rappresentano la nobilta’ del calcio italiano: rispettivamente 30 e 18 scudetti, 11 e 18 trofei internazionali, 8/o e 2/o posto tra i club piu’ vincenti al mondo. E le sfide dirette hanno scritto la storia del pallone con campioni come Sivori, Boniperti, Platini, Zoff, Zidane, Del Piero da un lato, Nordhal, Liedholm, Rivera, Van Basten, Maldini, Sheva dall’altro. Doppi ex al proscenio in campo (Altafini, Pirlo, Benetti, Inzaghi) e in panchina (Ancelotti, Capello, Allegri).
La prima sfida risale al 28 aprile 1901 (9 mesi dopo il regicidio di Umberto I) col successo esterno del Milan 3-2 sulla strada del primo scudetto. E’ il via a una lunga serie di goleade, tanto che in 114 anni senza gol sono finite appena 18 partite. All’8-1 del Milan del 1912 con pokerissimo del belga Van Hege la Juve risponde tra il 1924 e il 1927 con una scarica di 5-3, 6-0 e 8-2 protagonista l’ungherese Hirzer. Sussulto bianconero dopo il quinquennio d’oro: nel 1937 vincono 4-3 a Milano, tagliano le gambe ai rossoneri in fuga e lo scudetto va al Bologna. Vendetta nel 1947: 5-0 con doppietta di Carapellese e il tricolore va al Grande Torino. Arriva il Gre-No-Li svedese e nel 1950 fa faville con un 7-1 a Torino con 4 gol in 10′ e tripletta di Nordhal. Le cronache riferiscono che dopo il ko choc un manovale juventino da’ in escandescenze e viene chiuso in manicomio. Fanno meno male alla Juve, a completare il trittico, altre due scivoloni interni: 4-3 nel 1955 e 5-4 nel 1958 con rossoneri avanti 3-0 e 4-2, poi raggiunti in 10 per rosso a Schiaffino e vincitori al 90′ con l’argentino Grillo in un crescendo che anticipa i brividi di Italia-Germania 4-3.
Ancora Milan nei primi anni ’60 con Altafini che segna per cinque gare consecutive: doppietta per 4-3 del 1960 con rissa ed espulsione di Sivori e Maldini, poker personale nel 5-1 del 1961.
Prende forma una Juve plurivittoriosa prima con Trapattoni e poi con Lippi: 4-1 nel 1971 con doppietta di Bettega e uno strepitoso gol di tacco che fa secco Cudicini. Tripletta di Galderisi nel 3-2 del 1982. Prima c’e’ il fallaccio di Tardelli su Rivera all’avvio della sfida del 1978 vinta con un gol di Bettega (ma lo scudetto della stella andra’ ai rossoneri di Liedholm). Arriva l’epopea di Sacchi e Capello, il Milan vince 4-0 nel 1989 con doppietta di Mannari, poi quando Sacchi ritorna nel 1997 subisce uno scacco epocale: 6-1 a San Siro con doppiette di Jugovic e Vieri con un seguito di poco inferiore, 4-1 l’anno dopo con doppiette di Del Piero e Inzaghi. Piu’ contenuti i divari seguenti: 0-0 e 3-2 ai rigori nella finale Champions di Manchester pro Milan del 2003 e sigillo di Sheva, 3-1 esterno nel 2004 con doppietta di Seedorf a cui risponde la Juve con quelle di Salihmidzic e Amauri nei 3-2 e 4-2 del 2008.
Dopo l’ultimo successo milanista del 2012, rigore di Robinho, ci sono quattro vittorie bianconere piu’ una in Coppa Italia, ma tutte di misura salvo il 2-0 di un anno fa firmato Llorente e Tevez. Come a dire, attenta Juve il Diavolo puo’ risorgere di nuovo fiammeggiante spinto dal funambolo Menez che sta contendendo a Tevez il titolo dei marcatori.