Quello dello sviluppo turistico è un tema che da anni viene dibattuto in Canavese e che vede gli amministratori divisi tra quanti attribuiscono a questo settore un ruolo centrale nel futuro del territorio e quanti lo considerano d’importanza secondaria. Le menti più aperte guardano in particolare all’escursionismo montano, basato sulla percorrenza dei sentieri d’alta quota, come la Grande Traversata delle Alpi, cui si aggiungono le reti locali quali l’Alta Via Canavesana. Risistemare questi antichi tracciati, garantire la presenza di posti-tappa confortevoli ed organizzare una struttura informativa di buon livello: questi gli obiettivi che si sono posti Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comunità Montana Valli Orco e Soana negli ultimi anni. Se ne è parlato quest’estate ad Alpette nel corso di un convegno dedicato alle “Buone Pratiche che fanno bene al territorio” e che forse non a caso si è svolto nel comune di cui è sindaco Silvio Varetto, assessore al Turismo della Comunità Montana ed uno dei propugnatori di una politica turistica che sappia guardare lontano. Nel corso del convegno è stato illustrato il progetto “DANTE” (Agenda Digitale delle Buone Pratiche nelle Aree Rurali e Montane Europee).
La Provincia di Torino – ha spiegato Antonella D’Amore, responsabile della Comunicazione per “Turismo Torino” – “si è impegnata nella costruzione di un sito pensato per un turista in movimento, che contenga tutte le informazioni, comprese quelle pratiche, ed al quale ci si possa connettere anche tramite il cellulare, così da poterlo consultare in qualunque momento”. Elena di Bella, dirigente della Provincia, ha parlato anche a nome dei colleghi della Regione, impossibilitati ad intervenire: “Per realizzare il progetto “Web Sentieri” abbiamo dovuto aggregare dati provenienti da fonti informative disparate. Il sito ci dà la possibilità di costruire una banca-dati, in collegamento con le Unioni Montane e con “Turismo Torino”, per attuare un monitoraggio diffuso e dialogare con gli operatori del settore (CAI, gestori dei rifugi, guide alpine, guardaparco, accompagnatori naturalistici) ma anche con gli stessi escursionisti, che possono segnalare i problemi trasformandosi in soggetti attivi”. L’escursionismo montano rappresenta una grande risorsa per un territorio come quello canavesano: punta sulla specificità dei luoghi, ha un basso impatto ambientale, è in costante crescita ed attrae in modo particolare i turisti dell’Europa Centro-Settentrionale. I numeri parlano chiaro: il 64% delle presenze, nel 2012, è stato di cittadini tedeschi. “Si tratta di un mercato molto interessante – ha detto Daniela Broglio, anche lei di “Turismo Torino” – Su 82.000.000 di abitanti, 40.000.000 fanno escursionismo fino ai 74 anni e si muovono in tutte le stagioni: l’Alta Via è un percorso estivo ma nelle zone situate a latitudini più basse si possono utilizzare i sentieri per periodi ben più lunghi.”. Cosa chiede il turista tedesco? “Ama molto stare in mezzo alla natura ma vuole qualità, professionalità e rispetto dell’Ambiente inteso a 360°, oltre al comfort ed alla pulizia.
Indicativamente il modello cui fare riferimento è quello dell’ ”Albergo Diffuso”, che si basa sul riutilizzo delle vecchie case, nate non per alloggiare i turisti ma per viverci”. Il ritardo del Canavese nel rispondere alla domanda turistica è un problema di vecchia data. “Se guardo alla situazione di oggi rispetto a quella di qualche anno fa – ha ammesso con soddisfazione Elena Di Bella – mi rendo conto che abbiamo fatto dei grandi passi in avanti. Esistono 2892 chilometri di rete sentieristica accreditata dalla Regione e censita dalla Provincia insieme ai territori. L’importante è però che, dopo averli sistemati e segnalati, si provveda a mantenerli in ordine: i cartelli che cadono vanno rimessi a posto, i cespugli tagliati, le frane segnalate. Una legge del 2010 delega il compito di elaborare un Piano di Manutenzione alla Provincia, che oggi provvede grazie ai volontari: gli operai della Forestale da soli non sarebbero sufficienti”. Restano indubbie carenze nella promozione pubblicitaria, nell’informazione e nell’accoglienza. Ha fatto notare Cecilia Genesio, del CAI di Rivarolo, che ha collaborato al progetto: “L’Alta Via ha una cartellonistica abbastanza buona sopra i 2500 metri; al disotto, dove ci sono i centri abitati, vi sfido a trovare un cartello. Del resto, a Caselle, scendendo dall’aereo, la prima cosa che si vede è il Monte Soglio. C’è forse un’indicazione che lo segnali?”. Un consigliere comunale di Valprato ha invece lamentato “la mancanza di una Politica del Turista. Siamo il Far-West della GTA, con posti-tappa che mancano o che restano chiusi tutto l’anno. Quando si propone agli amministratori di sistemarli, la risposta è inevitabilmente: Lo faremo l’anno prossimo…”