Il bruxismo è un’attività involontaria dei muscoli masticatori, in particolare del muscolo massetere e del muscolo temporale, che avviene a causa degli impulsi che il sistema nervoso centrale (SNC) invia alle fibre di questo distretto per farle contrarre, ciò scarica molta energia sull’articolazione temporomandibolare, sui denti e sugli stessi muscoli e se perdurata nel tempo può causare danni a tutto l’apparato masticatorio.
Questa parafunzione porta i pazienti che ne soffrono a stringere o digrignare i denti di notte.
Digrignare i denti e sintomi del bruxismo
Durante le fasi di digrignamento chi soffre di bruxismo tende a digrignare e stringere i denti con forza, questi contatti dentali possono creare sintomi come rumori articoli o acufeni e in alcuni casi lo spostamento del cuscinetto che si trova all’interno dell’articolazione temporomandibolare, causando il dislocamento della mandibola stessa.
Chi soffre di bruxismo solitamente presenta segni evidenti di usura sui denti e lamenta di dolori alla mandiboladopo il risveglio.
Perché è importante curare il bruxismo?
La prima motivazione per il quale curare il bruxismo è biologica, infatti, è necessario preservare i denti dal consumarsi troppo, per evitare possibili fratture irreparabili, un’elevata sensibilità o il rischio di devitalizzazione dovuta da dolori o infezioni.
La seconda motivazione è estetica, infatti, il bruxismo causa la perdita dello smalto, facendo apparire così i denti più gialli per l’esposizione della dentina sottostante, causa anche l’appiattimento e l’accorciamento del dente, dovuti alla perdita di intere porzioni di quest’ultimo.
La terza motivazione è funzionale, infatti una corretta forma dentale permette il controllo delle forze sprigionate dalla muscolatura, se la dentatura si rovina la mandibola perde i suoi piani di riferimento e la sua posizione stabile, dando così origine a stati tensivi, acufeni o sintomi mialgici.
Come si cura il bruxismo?
Non esiste una cura definitiva che possa impedire di digrignare e serrare i denti, ma ci sono dei rimedi per il bruxismo che un bravo dentista gnatologo può adottare per prevenire le conseguenze.
Innanzitutto è buona prassi insegnare al paziente come gestire i momenti di serramento, insegnargli esercizi per rilassare la muscolatura ed eseguire alcune terapie nella bocca del paziente.
Si possono fare degli interventi di ortodonzia, che consistono nello spostare la dentatura al fine di dare un’occlusione stabile e dei piani di movimento della mandibola corretti, ciò viene fatto solitamente con l’utilizzo di un apparecchio fisso dotato di placchette e fili metallici, oppure con un apparecchio rimovibile con una serie di mascherine trasparenti.
Uno strumento che previene il digrignamento dei denti durante la notte è il bite per bruxismo, uno strumento simile ad un paradenti creato su misura per il paziente, che se indossato prima di coricarsi, impedisce il contatto tra i denti durante le ore notturne.
Un altro intervento, molto consigliato sia per pazienti giovani che adulti, è la ricostruzione dei denti dei pazienti che soffrono di bruxismo, questa metodica assicura una giusta posizione di chiusura e un’ottima dinamica di movimento, ripara e protegge i denti.
Ricostruzione dei denti per chi soffre di bruxismo
Prima di procedere con l’intervento, viene fatta una diagnosi di bruxismo su tre livelli: il paziente riferisce di svegliarsi con indolenzimento alla mandibola o di digrignare i denti nel sonno, i denti presentano segni di evidente usura o all’esame del brux checker il paziente risulta positivo.
Il brux checker è un dispositivo che va portato durante la notte e che marca le zone di contatto tra un dente e l’altro, aiutano così a capire se il paziente è colpevole di digrignare i denti.
Dopo la diagnosi segue il processo di ricostruzione dei denti, che consiste nel restauro dei denti usurati o abrasi dalle azioni di digrignare e stringere i denti.
Il processo consiste in una iniziale documentazione fotografica per catturare l’occlusione del paziente e lo stato di denti e viso, fondamentale per comprendere necessità e entità dell’intervento, ciò permette di individuare con precisione dove e su quali denti aggiungere il materiale di restauro per sostituire lo smalto perso.
Il passo successivo consiste in una scansione della bocca per creare dei calchi di quest’ultima sui quali modellare le nuove forme da ricreare. Viene fatta una ceratura diagnostica, ovvero, i calchi vengono creati prima con una cera, dato che è un materiale facilmente modellabile e poi vengono stampati direttamente nella bocca del paziente con delle mascherine trasparenti come guida alle resine composite.
Nella seduta successiva viene fatto uno stampaggio funzionale preliminare dei denti che andranno restaurati, che consiste nell’applicare le resine composite sui denti abrasi usando uno stampo trasparente ideato su misura. Lo stampo è trasparente perchè funge da contenitore per il materiale da applicare e permette la polimerizzazione attraverso l’uso di una lampada fotopolimerizzatrice che passa attraverso la mascherina appoggiata sui denti da riparare.
Passati una quindicina di giorni, si effettua una rivalutazione delle forme per capire se il paziente si è trovato bene nell’eseguire attività come: parlare, mangiare, deglutire e sorridere. Nel caso di esito negativo, si può rimuovere lo stampaggio facilmente per poterlo modificare, se invece le forme sono funzionali e aggradano il paziente, come solitamente avviene grazie all’attenta analisi preliminare eseguita, si passa alla sostituzione dei provvisori con dei restauri definitivi o con degli intarsi dentali in resina composita o ceramica.
Una volta completata la restaurazione, la sensibilità dentale sarà migliorata, così come la resistenza e l’aspetto estetico dei denti.