Spostarsi quotidianamente per andare a lavorare in una città che non è quella di residenza. Macinare chilometri di strada per raggiungere la propria sede di studio. Il tutto cercando di barcamenarsi alla bell’e meglio tra i continui scioperi del personale dei servizi di trasporto, le selvagge soppressioni delle corse dei pulman ed i frequenti rallentamenti dei mezzi causati dai guasti. Questa è la realtà che, ormai da anni, i pendolari residenti a Brandizzo sono costretti ad affrontare ogni giorno per recarsi nei comuni limitrofi come Chivasso, Settimo Torinese ma, soprattutto, Torino. Particolarmente sconcertato di fronte ai continui disservizi di cui l’amministrazione comunale sembra non accorgersi minimamente è un intero nucleo familiare brandizzese, quello dei Palazzini. Composto da Lorella e Franco Palazzini, a cui si aggiunge anche la figlia Giulia, la famiglia si dimostra particolarmente spazientita dal modo in cui viene gestito il servizio dei trasporti in città. Lo sconcerto raggiunge il culmine durante lo sciopero del personale di Ferrovie dello Stato di venerdì 14 novembre. Ecco cosa è successo. “Venerdì scorso ci siamo recati alla stazione di Porta Susa verso le 17. Lì abbiamo constatato che una serie di treni era stata cancellata. Si trattava della linea metropolitana 2, quella che da Pinerolo porta a Chivasso, fermandosi anche a Brandizzo”, raccontano i coniugi. E continuano: “Mentre i pendolari di Settimo avevano la possibilità di prendere i treni Gtt per Chieri e quelli diretti a Chivasso potevano salire su un treno diretto a Milano o a Ivrea, i pendolari di Brandizzo non avevano nessuna possibilità di tornare a casa”. Lo sciopero, infatti, terminava alle 21 e dopo quell’ora treni per Brandizzo non ce ne sono. Anche optare per gli autobus è un’impresa impossibile. I Palazzini infatti spiegano che “da più di due anni, il Comune, senza nemmeno preoccuparsi di avvertire gli utenti, ha soppresso le uniche corse di autobus utili, quella delle 6 e quella delle 7, lasciando invece la linea delle 7.35”. Scomoda per chi studia e chi lavora. Lo stesso è stato fatto per il ritorno. “L’ultima corsa – specifica Franco – è alle 18. Non è raro che qualche volta abbiamo dovuto chiamare qualcuno per farci venire a prendere”. Sempre lui prosegue: “In tutti questi anni, in diverse occasioni ho scritto al Comune manifestando il problema, in altrettante ho partecipato ai consigli comunali e mai una volta ho sentito affrontare il tema dei trasporti. La convinzione è che gli abitanti di Brandizzo gravitino esclusivamente tra casa parrocchia, Brandizzo medica, supermercati e negozi. Per avere il peso della situazione basterebbe recarsi in stazione per vedere quante persone partono da Brandizzo con destinazione Torino e non solo”. Da qui la proposta all’amministrazione comunale. “Non si potrebbe pensare di avanzare qualche proposta migliorativa nei confronti dei pendolari chiedendo a FS di far fermare alcuni treni nelle ore di punta quando vengono a mancare i treni che fermano a Brandizzo? Siamo una famiglia di tre persone e tutti paghiamo un abbonamento annuale che, da Brandizzo a Torino, ci costa 621 euro”. All’anno sono quasi 2 mila euro. “Non è logico che ci si debba aspettare un servizio leggermente diverso?”. Della questione si sta occupando il consigliere Giuseppe Deluca, che nei giorni scorsi ha protocollato un’interrogazione al sindaco e alla Giunta.
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