E quale sarà la fase 2?
“Gli Europei di Amsterdam (il 9 luglio è prevista la qualificazione e il giorno seguente la finale, ndr) e il meeting di Montecarlo (15 luglio, ndr), poi forse un’altra gara. Tutto questo fa parte di un percorso che ha un solo grande traguardo che si chiama Rio 2016. L’Olimpiade è il sogno e il mio unico vero obiettivo”.
Dopo una stagione indoor archiviata con cinque vittorie consecutive e il record italiano migliorato a 2,38, Rabat sarà il tuo esordio all’aperto.
Gli avversari si chiamano Bohdan Bondarenko, Erik Kynard e il siriano Majd Eddin Ghazal, autore di un clamoroso 2,36 a Pechino. Senza dimenticare l’altro azzurro Marco Fassinotti. Quali le tue aspettative?
“Vengo da un periodo molto intenso di lavoro e devo dire che mi sento ancora un po’ imballato. Credo che per il momento terrò la rincorsa accorciata di due passi. Ma era ora di tornare in gara e ricominciare a confrontarsi con gli atleti più forti del mondo. Da qui a Rio vorrei che ogni sfida fosse una lezione per me. E’ per questo che ho scelto solo meeting di altissimo livello. Poco importa se non dovessi vincere o se le misure non saranno subito al top: è a Rio che bisognerà volare!”
Il 1° giugno sarà il tuo ventiquattresimo compleanno, il giorno dopo ti attende il Golden Gala. Mister HalfShave è pronto a far entusiasmare lo Stadio Olimpico?
“A Roma sarà una festa! Sarà la mia prima gara in Italia da campione del mondo e il mio primo Golden Gala! Finalmente, non vedevo l’ora! Spero che ci sia tanta gente in curva Sud per far partire la clap e darmi quella carica in più che fa la differenza. Agli Assoluti Indoor di Ancona si era creata un’atmosfera fantastica, sarebbe straordinario ripeterla all’Olimpico, magari con il supporto dei miei irriducibili tifosi”.
Come sono stati questi sessanta giorni lontano dalle competizioni?
“Dopo Portland mi sono preso un paio di settimane di break per ripartire con gli allenamenti ad inizio aprile. Una settimana di raduno a Formia e poi due in Spagna al centro di alto rendimento di Sant Cugat vicino Barcellona.
E’ stata una bella esperienza che ho avuto la fortuna di vivere insieme ad un’atleta che stimo tantissimo come Alessia Trost”.
Visti da fuori, sembrate molto diversi…
“Diversi? No, siamo tutti e due animali da gara. Io e Alessia siamo della stessa generazione e nell’atletica le nostre strade si sono incrociate molto spesso fin dalle Nazionali giovanili. Sono stato sempre un suo fan e credo di avere molto da imparare da una come lei. A Barcellona, oltre agli allenamenti, è stato divertente condividere persino la dieta!”
Quanto è cambiata la tua vita dopo il titolo mondiale?
“Io credo di essere quello di sempre. Mi piace pensare di avere intorno una squadra che cresce ogni giorno. E dentro questo team ci sono tante persone importanti per me a partire da mio padre Marco che è anche il mio allenatore. E’ bello sentirsi dire “Forza Gimbo!” e vedere l’affetto della gente manifestarsi anche attraverso piccoli gesti: da chi ti dà il cinque al campo oppure chiede di fare una foto. Grazie ragazzi, siete fantastici!”.