Accoltellò il coinquilino per futili motivi provocandogli serie ferite. Per questo è finito alla sbarra, presso il Tribunale di Ivrea, Mostafà El Canaani, giovane di origine marocchina. I fatti risalgono al 15 maggio del 2011 e sono stati ricostruiti martedì scorso, dal brigadiere Francesco Ricciardi che intervenne sul posto su chiamata telefonica della vittima, Rachid Aslane. “Ci chiamò proprio il ferito da via Jervis – ha ricordato l’agente in servizio presso il Commissariato di Ivrea di fronte al giudice Marianna Tiseo -, l’abbiamo trovato sotto casa, dolorante, su un fianco, accasciato per terra. Ci ha spiegato la situazione”. Aslane aveva riferito di una lite, avvenuta per un nonnulla con Canaani nell’appartamento (solo un bilocale) in cui vivevano in tre. L’imputato avrebbe afferrato un coltellino multilama, lungo tre, quattro centimetri, e lo avrebbe aggredito. “Abbiamo incrociato gli altri due scendere le scale – ha riferito ancora il brigadiere interrogato dal Pm Bosio -. Anche il terzo inquilino ci ha riferito quel che era accaduto. Siamo saliti in casa, c’era abbastanza disordine. Abbiamo preso i vestiti di Canaani che intanto si era cambiato e si era lavato le mani. Erano a fianco del lavandino, panni sporchi di sangue”. Il ferito era stato poi condotto in ospedale e l’aggressore arrestato e condotto in carcere. Le prove, tra la testimonianza dei due marocchini e gli indumenti macchiati, appaiono quindi schiaccianti. Il giudice ha rinviato il processo al 26 febbraio per sentire gli ultimi testimoni e per la discussione.