Il Consiglio Comunale revoca la delibera di Giunta del 29 novembre 2013, relativa all’adozione del progetto preliminare della variante strutturale al Piano Regolatore. Un passo obbligato per un imprevisto di cui s’è appreso mentre l’iter dello strumento urbanistico era ormai in pieno corso. Solo nell’aprile 2013, durante la Conferenza di Pianificazione che s’era tenuta in Comune con i tecnici della Regione, s’è saputo dell’esistenza di uno studio, sul pericolo di rotolamento massi, realizzato dal tecnico Bolognini e commissionato dall’ex Amministrazione Comunale, al fine di ottenere i contributi regionali per la sicurezza dei territorio. Non c’è storia. La Regione ha detto che di quello studio va tenuto conto. Risultato: la variante va rivista, senza se e senza ma.
“Nel primo Consiglio Comunale del 6 giugno – ha esordito il Sindaco Angelo Canale Clapetto nell’illustrare la situazione – avevo detto che non sarebbe stata una passeggiata. Certi problemi, se non affrontati, sarebbero diventati insormontabili. La variante è uno di quelli. Così com’è non sarebbe passata in Regione, mancavano dei documenti essenziali. Dobbiamo spostare un macigno, che costa la bella cifra di 57mila euro e non vogliamo buttarli all’aria”.
Canale Clapetto non ha lesinato frecciate nei confronti dell’opposizione, che dal 2009 allo scorso maggio stava in maggioranza e a cui spetta la paternità degli atti. “Lo studio sul pericolo rotolamento massi – ha sottolineato Canale – ha fatto da cortocircuito, in quanto le zone rosse sono satte estese anche al centro storico, compresa la scuola. Abbiamo quindi chiesto alla Regione di sospendere l’iter della variante in attesa di verifiche“. Non solo. “Ho detto – ha aggiunto il neo Sindaco – che avrei tenuto conto del programma elettorale della minoranza, in cui, però, mi stupisce non aver trovato accenno al Prgc“.
Apriti cielo. Si è scatenata una polemica che si è dilungata per circa due ore. Ivan Nuris, ex Assessore ad urbanistica e lavori pubblici, si è sottratto alla “conta dei responsabili”, pur ammettendo che “l’errore è stato far correre urbanistica e lavori pubblici su due binari paralleli”. “Sicuramente è stato un fallimento – ha commentato Nuris -, per tanti fattori ma gli amministratori si affidano agli uffici. Noi avevamo pensato ad un metodo diverso, volevamo andare diretti in Regione per accelerare l’iter e cercare di ridurre la fascia. Ero venuto qui in Consiglio con l’idea di votare a favore ma bisogna anche riconoscerci delle cose, altrimenti noi diamo una mano e ci prendiamo soltanto gli schiaffi“. E di fronte agli “schiaffi” Nuris e i colleghi Compagno Zoan e Grosso si sono alla fine astenuti.
I geologi Rabaioli e Barbero, incaricati dal Comune ed invitati ad intervenire durante la seduta, hanno condensato chiaramente, aldilà delle poliche post elettorali delle parti, qual è stato il problema di fondo: “non si tratta di smentire uno studio, ma di farlo con finalità diverse”.
E l’ex Amministrazione aveva dato priorità alla “sicurezza”. Secondo Canale forzando un po’ le cose: “voi – ha attaccato il Sindaco – avete approvato lo studio. Addirittura è stato detto di farlo più grosso per prendere più contributi”. “Non c’è stata leggerezza da parte nostra” si è ancora difesa Barbara Compagno Zoan. “Vorrà dire – ha provocato infine Alberto Grosso – che voi costruirete dove continuano a cadere i massi“.
Alla fine di tutto questo putiferio l’argomento rimane complesso per le condizioni idrogeologiche di un territorio che comunque ha necessità di evolversi.