Venticinque nuovi profughi arriveranno nelle prossime settimane a Crescentino. Sono siriani, libanesi, congolesi e pakistani ma non si tratta degli ultimi sbarcati dai paesi dell’Africa né del Medio Oriente. Provengono dalla vicina Palazzolo, comune della bassa vercellese di 1300 anime al confine con Fontanetto e Trino. Lì non possono rimanere. L’ex casa di riposo nella quale sono ospitati dal 2014 ha vinto un bando della Compagnia di San Paolo e dovrà essere ristrutturata per poter consentire, all’interno dei suoi locali, la realizzazione di un progetto di Social Housing, già programmato da diverso tempo. Altre strutture disponibili ad accoglierli, a Palazzolo, non ce ne sono. Verranno quindi sistemati nella vicina Crescentino. I migranti arriveranno nella frazione di San Grisante nelle prossime settimane per alloggiare nei locali di proprietà della diocesi di Vercelli situati accanto alla chiesa. L’ex asilo della frazione. Saranno ospiti del neo arrivato don Enrico Triminì, parroco di Saluggia. Andranno ad aggiungersi agli altri 30 siriani, libanesi, congolesi e pakistani arrivati in frazione Monte e ospitati da un privato qualche mese fa.
La decisione di accoglierli, nella frazione crescentinese, è arrivata però per motivi economici. Mario Giovannini, del patronato Acli, ha fatto sapere che in un precedente incontro il sacerdote “aveva ventilato l’idea di accogliere i migranti per avere a disposizione del denaro per sostenere le spese della chiesa. Non eravamo d’accordo e pensavamo che non ne avremmo parlato più“. Peccato che l’accordo tra la Curia, la Caritas ed i locali che ospiteranno i migranti ci fosse già. “Abbiamo fatto notare che all’edificio mancano i bagni– continua Giovannini- che il tetto è da rifare e manca anche il riscaldamento ma ci hanno detto che si tratta di problemi superabili. Hanno detto che i lavori inizieranno a breve e che per il momento verranno messi i bagni chimici in cortile“. Per il riscaldamento, le stufe a pellet. “Ci sentiremo traditi. A San Grisante non ci sono negozi, nè bar e nemmeno un luogo d’incontro, cosa faranno qui queste persone? Staranno senza far niente tutto il giorno, in piazza dove vanno i bambini a giocare“.
Il primo cittadino crescentinese Fabrizio Greppi ed i suoi amministratori hanno ricevuto la notizia dalla Prefettura circa due settimane fa. Mercoledì sera, 23 marzo, al circolo Acli di San Grisante, il sindaco ha incontrato i residenti per dare loro la notizia. Subito non hanno esitato a manifestare le proprie preoccupazioni, già forti negli ultimi tempi a causa delle ondate di furti che stanno interessando la bassa. “Quindici giorni fa– spiega Greppi- la Prefettura mi ha gentilmente informato che nelle prossime settimane saremo interessati da questi movimenti. I profughi che oggi risiedono a Palazzolo verranno spostati qui, perché la struttura dove si trovano adesso deve essere ristrutturata”. Ma non sa se si tratta di una soluzione temporanea o meno. “Quel che è certo è che rimarranno da noi per diversi mesi”. Nella frazione arriveranno entro qualche settimana. “L’altra sera– continua- ho incontrato gli abitanti di San Grisante e, naturalmente, sono preoccupati per quello che accadrà. Da parte mia posso dire che si tratta di una decisione che mi è passata sulla testa senza che potessi intervenire. La struttura in cui troveranno l’ospitalità è di proprietà della Curia, che ha dato la propria disponibilità. Come Comune non posso fare altro se non prendere atto della decisione. A me non resta altro che gestire la situazione”. Greppi si lascia quindi andare agli sfoghi. “Quella dei migranti è una battaglia persa in partenza. Si tratta di un’emergenza che dovrebbe essere regolamentata a livello europeo. La Prefettura è disperata, continuano ad arrivare migranti e di questo passo non sapranno più dove metterli. L’aggravante dell’Italia-conclude- è che, da fuori, siamo visti come il paese del Bengodi, un paese dove puoi rubare e fare quello che vuoi tanto non ti succede niente. Ti passi una notte in carcere, ma il giorno dopo sei già libero…”.